Lunedì 29 Aprile 2024

"No all'uomo solo al comando". Di Maio è attaccato come Renzi

"Si deve passare dall'io al noi. Basta accentramento di potere". Le accuse al leader M5s sono identiche a quelle contro l'ex premier e segretario Pd

Matteo Renzi, ex premier e leader Pd

Matteo Renzi, ex premier e leader Pd

Roma, 30 maggio 2019 - "Dobbiamo passare dall’io al noi". "Basta con l’uomo solo al comando". "No ai doppi o tripli incarichi". "Troppo accentramento del potere". "Serve un confronto". "Non si può far finta di niente, bisogna prendersi le proprie responsabilità". Che cosa succede?  È tornato il fuoco di fila contro Matteo Renzi, tacciato di essere troppo decisionista, troppo arrogante, rovinato dal troppo ego? Macché.  Le frasi di cui sopra, sono indirizzate nientepopodimeno che a Luigi Di Maio. Quello dell’uno vale uno, della democrazia diretta, del Parlamento da aprire come una scatoletta di tonno. Quello anti-casta, almeno prima di diventare lui stesso parte integrante del ‘sistema’, dove mentre i militanti gli chiedono di dimettersi e rimettersi a studiare, sono i vertici del Movimento a blindargli la poltrona. Al di là della «scoppola» più forte di tutti i tempi (copyright Alessandro Di Battista), di "un Nord che l’ha bocciato" perché al Mise non ha fatto bene (copyright Gianluigi Paragone). Ma nonostante tutte le critiche di big, parlamentari, ribelli, fedelissimi scesi dal carro, Di Maio tira dritto. 

E dire che nel 2016, quando il referendum costituzionale fece cadere la stella di Renzi, il segretario del 40 per cento delle Europee, era lo stesso Di Maio a incalzarlo.  11 dicembre 2016: "Ha avuto una sonora batosta dopo il referendum, deve sparire dalla scena politica. Si torni a votare, no al governo avatar di Gentiloni". 19 dicembre 2016, Beppe Grillo: "Renzi ancora tu non dovevamo vederci più?". Precisazione: Renzi aveva promesso di lasciare la politica, Di Maio no. Ma, comunque, il déjà vu è smaccato. Un grillino, per quanto in giacca e cravatta e "governativo", che viene attaccato sugli stessi ‘temi’ sui quali è stato criticato il nemico dei 5 Stelle per eccellenza Renzi, fa sorridere. E fa ancora più sorridere l’elevato (così si fa chiamare oggi) Beppe che nel blindare Di Maio e attaccare Matteo Salvini spiega che "Luigi è reale, mentre Matteo è virtuale". Sembra incredibile, ma lo ha detto. Forse non si è reso conto che oggi si vota per blindare Di Maio. In Rete. Cioè nel modo che più virtuale non si può. Altro che Maria Elena Bostik, come Grillo chiamava velenosamente l’ex ministra delle Riforme di Renzi e sottosegretaria alla Presidenza del consiglio con il governo Gentiloni. Nei 5 Stelle, se si continua così, l’attaccamento alla poltrona rischia di diventare virale.