Governo, Di Maio contro tutti: "Al voto, no ammucchiate"

A Porta a Porta il capo M5S accusa gli altri leader: "Se l'obiettivo era fare un governo Salvini-Berlusconi-Renzi dovevano dirlo subito" Di Maio: "Salvini piegato a Berlusconi per le poltrone" Salvini: "Potrei chiedere preincarico" Direzione Pd, i renziani: "Niente conte". Ma su un sito i nomi dei pro M5s

Di Maio a 'Porta a Porta' con dietro una gigantografia di Salvini (Ansa)

Di Maio a 'Porta a Porta' con dietro una gigantografia di Salvini (Ansa)

Roma, 2 maggio 2018 - Con Salvini "la misura è colma", Renzi "ci ha sabotato". E Berlusconi? ha un "rapporto economico con la Lega" e ha sempre sentito Renzi. Altro che M5S dialogante: Luigi Di Maio ne ha per tutti e a 55 giorni dal voto, in pieno stallo sul governo prossimo venturo, sfoga tutta la sua rabbia ai microfoni di 'Porta a Porta'. Insomma, è in pieno assetto da campagna elettorale e chiede il voto anticipato perché "l'alternativa è il governo dell'ammucchiata". 

Di Maio: "Salvini piegato a Berlusconi per le poltrone"

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E dopo aver accusato l'altro vincitore, il leader leghista, di non voler andare al voto per guai finanziari e perché attaccato alle poltrone, si dà alla dietrologia politica. E tira stoccate a destra e a manca: "Se Berlusconi avesse avuto i voti per fare il governo con Renzi avrebbe mollato Salvini dopo due minuti altro che 50 giorni!". Il sospetto è di essere stato imbrogliato da tutti. "In questi 55 giorni i bugiardi Renzi e Berlusconi si sono sempre sentiti - assicura - ma la verità è che anche Renzi e Salvini si sentivano. Se l'obiettivo era fare un governo Salvini-Berlusconi-Renzi dovevano dirlo subito. Salvini lo dica: se vuole andare al voto non è vero quello che sto dicendo ma se non vogliono andare al voto lo devono dire a tutti gli italiani".

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IL FORNO DEL PD - Il forno aperto col Pd "a me è costato molto", confessa il capo politico grillino. Ma si giustifica davanti ai suoi elettori: "il mio obiettivo era dare un governo al Paese". E spiega: "Mi è costato perché quello che pensavo del Pd lo penso tuttora. Secondo conosco i problemi del Pd e poi molti nostri attivisti e amministratori stanno combattendo il Pd nei territori". Brucia molto, quelo che considera "un atto di sabotaggio" al possibile dialogo con il Pd l'intervista di Matteo Renzi a Fabio Fazio. "Rispetto il momento della Direzione del Pd di domani - dice poi - ma a questo punto per noi finisce qui". Anche se nel corso delle consultazioni con Roberto Fico "non solo Martina ma anche Marcucci e Delrio, renzianissimi, avevano espresso la loro disponibilità, un'apertura, e poi nel bel mezzo arriva Renzi e chiude tutto".

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IL PATTO CON SALVINI - Le condizioni per fare il governo con Matteo Salvini erano quelle di "non fare il premier e avere un governo con Meloni e Berlusconi. Ma come facevo a portare a casa risultati per i miei elettori con un governo del genere? Mica c'ho scritto Jo Condor...", spiega Luigi Di Maio sottolineando però che nel corso dei 50 giorni di dialogo con Salvini, "non è mai stato nel conto il nome di un altro M5s perché non siamo mai arrivati a quel punto".

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AL VOTO AL VOTO - E dunque? "Oggi la mia intenzione, l'intenzione del Movimento, è quella di andare a votare", ribadisce Di Maio. Riferendosi ai colloqui con Mattarella assicura: "Sono sempre stato sincero con il Quirinale. Il Movimento si è spinto al punto del contratto, oltre quel punto non si può andare". Di governi tecnici o di scopo o del presidente non se ne parla neanche, in casa M5S. Perché "tirare a campare un altro anno sarebbe un dramma". Al voto, al voto, è l'unica soluzione, e alla prima occasione utile perché gli italiani chiedono risposte, non un anno di agonia in cui non si fa nulla".

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