Venerdì 3 Maggio 2024

Governo 2018, Salvini: "M5S col Pd? Mamma mia...". Dem spaccati su Di Maio

Il Leader leghista: "Governo serio o si torna al voto e noi stravinciamo". Domani nuovo vertice con Berlusconi e Meloni. Martina sulle avances dei grillini: "Bene autocritica ma resta ambiguità" Ora Di Maio si aggrappa al Pd FOCUS Partiti matrioska, così formare un esecutivo diventa un rebus Governo 2018, è muro contro muro

Governo: Martina, Di Maio e Salvini

Governo: Martina, Di Maio e Salvini

Roma, 7 aprile 2018 - In attesa del secondo, necessario turno delle consultazioni, le forze politiche lavorano di strategia. Dunque: il leader grillino Luigi Di Maio si aggrappa al Pd (che ufficialmente rifiuta e intanto si divide) dopo il ricompattamento del centrodestra, e il leader della Lega Matteo Salvini irride all'ipotizzato governo M5S-Pd. In tutto ciò Di Maio tira dritto con la politica dei due forni e del veto a Berlusconi: "Il contratto di governo può essere sottoscritto dal M5S o con la Lega o con il Pd. Noi siamo pronti ma vediamo se ci sono anche delle evoluzioni negli altri schieramenti", afferma, aggiungendo di considerare un passo avanti la posizione di Martina. Ma i giochi sono tutt'altro che fatti tanto che il centrodestra sente l'esigenza di ridiscutere la tattica comune: lo farà domani, probabilmente ad Arcore, in un vertice chiesto dalla Meloni e accolto con favore dagli alleati. 

Ora Di Maio si aggrappa al Pd

FOCUS Partiti matrioska, così formare un esecutivo diventa un rebus

Governo 2018, è muro contro muro

SALVINI - Il leader leghista commenta sornione sui social: "Governo Di Maio-Renzi, governo 5Stelle-Pd? Mamma mia...". E spiega la posizione della Lega, assicurando a tutti che non teme certo un ritorno alle urne, anzi... "Sto facendo e farò tutto il possibile per cambiare questo Paese, con coerenza, serietà e onestà, ascoltando tutti. Una cosa è certa: o nasce un governo serio, per ridare lavoro, sicurezza e speranza all`Italia, oppure si tornerà a votare, e noi stravinciamo. Buona giornata Amici, contate su di me, io conto su di voi". 

FOCUS Partiti matrioska, così formare un esecutivo diventa un rebus

Una certa autocritica, Di Maio l'ha mostrata: "Io non sto rinnegando le nostre idee - ha detto a Repubblica - né le critiche che in più momenti abbiamo espresso anche aspramente nei confronti del Pd, e che anche il Pd non ci ha risparmiato. A noi viene chiesto l'onere di dare un governo al Paese, ma tutti hanno il dovere di contribuire a risolvere i problemi della gente e di mostrare senso di responsabilità". Poi l'appello: "Credo che ora il senso di responsabilità nei confronti del Paese ci obblighi tutti, nessuno escluso, a sotterrare l'ascia di guerra".

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PD DIVISO - L'appello di Di Maio spacca i dem, già divisi al loro interno. Ufficialmente non cedono alle lusinghe dei cinque stelle, anche se qualche crepa comincia a notarsi. "L'autocritica nei toni è apprezzabile - commenta il segretario reggente Maurizio Martina -  resta evidente l'ambiguità politica. Noi continuiamo a pensare che la differenza la fanno i contenuti. Da questo punto di vista non vedo novità. Il tempo dell'ambiguità è finito". Quindi? Continua Martina: "Ribadisco quello che abbiamo detto al Quirinale: la nostra linea è quella. Adesso centrodestra e Cinquestelle devono dire chiaramente al Paese, alle altre forze politiche e al Parlamento cosa intendono fare. Devono esplicitare il loro tentativo di intesa. Noi restiamo fedeli e coerenti all'impostazione data dal primo minuto".

Si assiste poi a uno scontro tra Franceschini e Guerini: il ministro uscente dei Beni culturali twitta la sua posizione:

Pronta (e caustica) la replica di Lorenzo Guerini: "Twitter non mi sembra il luogo ideale per una riflessione unitaria e non affrettata. Io resto all'antica: circoli, direzione, gruppi parlamentari".

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DI MAIO - Da parte sua il leader pentastellato ne ha per tutti: "Noi siamo al lavoro per una maggioranza di governo per trovare soluzioni ai cittadini" attraverso il famoso contratto, esordisce cauto. Si mostra attendista ("Vediamo che ci sono delle evoluzioni negli altri movimenti") ma poi sembra pendere verso l'ottimismo riguardo a un futuro rapporto col Pd: "Registro come un passo avanti le dichiarazioni di stamattina di Martina", dice commentando le parole del segretario reggente del Pd.

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E Salvini che si è riunito con il Cavaliere? Per lui una stoccatina:  "sono consapevole che Salvini sappia che al Quirinale o ci vai con il 17 per cento o con il 37, comunque non fai il 51 per cento".

Governo 2018, è muro contro muro - di P.F DE ROBERTIS