Venerdì 26 Aprile 2024

Ires sul volontariato, retromarcia del Governo. "A gennaio si cambia"

Di Maio ammette: "Punisce coloro che hanno sempre aiutato i più deboli". Conte: "Gli enti no profit essenziali". Anche Salvini apre a una revisione ma avverte: "Massimo rigore con i 'furbetti'". Manovra, polemiche Tria-Pd: bagarre in commissione

Il premier Giuseppe Conte (Ansa)

Il premier Giuseppe Conte (Ansa)

Roma, 27 dicembre 2018 - Mentre ancora la manovra gialloverde è al rush finale tra le polemiche, i leader mettono già le mani avanti, annunciando dietrofront. La norma sulla tassazione dell'Ires per gli enti no profit - ad esempio - per il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio "va cambiata. Si volevano punire coloro che fanno finto volontariato ed è venuta fuori una norma che punisce coloro che hanno sempre aiutato i più deboli", ammette. Stesso concetto espresso in un post sui social dal premier Giuseppe Conte, che promette la 'revisione' a gennaio. Quanto a Matteo Salvini, anche il vicepremier leghista apre a una revisione dell'aumento dell'Ires, ma avverte: ci sarà "rigore con i 'furbetti' che fanno altro".

Di fronte a questa retromarcia, le opposizioni gongolano. "Ammettano che il Pd aveva ragione", sottolinea Monica Cirinnà, mentre i deputati di Forza Italia scrivono: "Il governo si vergogna di ciò che ha approvato".

DI MAIO - Il vicepremier a 5 stelle spiega che la tassa sul volontariato non può essere cambiata subito in manovra perché si rischia "l'esercizio provvisorio", ma assicura che si interverrà "nel primo provvedimento utile". E promette: "Prendo l'impegno di modificarla". Inoltre "abbiamo sentito la comunità dei Frati di Assisi, che ringraziamo per il loro instancabile impegno, e li incontreremo quanto prima".

CONTE - "In merito alla norma sull'Ires formulata nella legge di Bilancio attualmente in discussione alla Camera dei Deputati - scrive Conte su Facebook - , provvederemo quanto prima, a gennaio, a intervenire per riformulare e calibrare meglio la relativa disciplina fiscale". E spiega: "Le iniziative di solidarietà degli enti non profit rappresentano uno strumento essenziale per un'efficace politica di inclusione sociale" e "il Governo ha ben presente tutto questo". 

SALVINI - Interviene anche l'altro vicepremier,  Matteo Salvini, che ha aperto a una revisione dell'aumento della tassazione dell' Ires per gli enti no profit. "Dopo aver incontrato e ascoltato tanti presidenti ed associazioni - ha detto il leader leghista - garantisco l'impegno del governo a intervenire per aiutare le tante associazioni di volontariato che utilizzano solo a scopi sociali i loro fondi, ci sarà invece massimo rigore con i 'furbetti' che fanno altro".

I FRATI DI ASSISI - Tra i primi a insorgere erano stati i Frati di Assisi. Padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di Assisi, dice senza mezzi termini che il raddoppio dell'aliquota Ires "colpisce al cuore il popolo del Poverello". Dello stesso tenore la presa di posizione di padre Enzo Fortunato che scrive: "L'atto della manovra che si sta consumando in questi giorni pone serissime riflessioni: si cerca di distruggere il bene, si cerca di destabilizzare chi vuol essere strumento di bontà, si cerca di tagliare la possibilità di fare di più. La cancellazione dello sconto del 50% sull'Ires, l'imposta dei redditi sulle società. Un taglio delle agevolazioni che non riguarda soltanto le realtà collegate alla chiesa, ma anche il volontariato e tutto ciò che esso rappresenta nella cultura, nell'impegno disinteressato di uomini e donne della nostra Italia".

PD - "La manovra non è stata neanche approvata e Di Maio già dice che va cambiata nella parte relativa all'Ires per le associazioni di volontariato. Di Maio lo riconosca: aveva ragione il Pd quando sosteneva che così si colpiva crudelmente tutta quella rete sociale che si occupa di aiutare i più deboli. Le lacrime da coccodrillo del vicepremier sono ridicole e se davvero crede a quel che dice modifichi subito la manovra alla Camera per evitare di attaccare l'opera preziosa dell'associazionismo del nostro Paese, invece di rimandare tutto con chiacchiere inutili a data da destinarsi".

FORZA ITALIA - "Il ministro Tria non verrà a riferire in commissione Bilancio alla Camera sulla manovra, i vicepremier di Maio e Salvini annunciano modifiche in successivi provvedimenti non meglio precisati, il capo politico del Movimento 5 Stelle e la sottosegretaria pentastellata all'Economia, Laura Castelli, si smentiscono a vicenda sull'Ires per gli enti no profit. La verità è che il governo si vergogna di ciò che esso stesso ha inserito nella legge di Bilancio e nessuno vuole metterci la faccia in Parlamento", scrivono i deputati del gruppo Forza Italia alla Camera.

IL MINISTRO TRIA - Tria è tornato a parlare della manovra nell'audizione alla Camera. "Rispetto alla prima versione della manovra, l'attuale versione riduce la spesa corrente del 2019 e non lo fa a scapito della spesa per investimenti". La manovra "conferma la piena sterilizzazione di aumenti Iva" per il 2019 per 12,4 miliardi previsti dall'ultima legge di bilancio del governo Gentiloni. Le clausole sono state portate per il 2020 a circa 23 miliardi e per il 2021 a poco meno di 28,8 miliardi. Confidiamo di poter intervenire per gli anni prossimi come fatto quest'anno, sperando in una maggiore crescita e adeguate coperture, da trovare come quest'anno, anche con fatica". E ancora: i dipendenti pubblici potranno andare in pensione con quota 100 nel 2019 con un "preavviso di 9 mesi".

BAGARRE IN COMMISSIONE - Ma durante le risposte di Tria scoppia la bagarre in Commissione bilancio della Camera. I toni si sono alzati dopo che il ministro ha replicato alle critiche del Pd, dicendosi "massacrato" dalle accuse e attribuendo al precedente governo la responsabilità della situazione difficile sul fronte della finanza pubblica, delle clausole Iva e dei rapporti con Bruxelles ereditata dall'attuale esecutivo. In Commissione si sono susseguiti urla e insulti.