Lunedì 29 Aprile 2024

Legge Merlin salvata dalla Consulta. "La prostituzione non è libertà sessuale"

Dichiarate non fondate le questioni sollevate su reclutamento e favoreggiamento della prostituzione

Prostituzione

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Roma, 6 marzo 2019 - La legge Merlin non viola la Costituzione. E quindi niente modifica della legge e niente riapertura delle 'case chiuse' come sarebbe piaciuto a Salvini. Lo ha deciso la Consulta che ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate dalla Corte d'appello di Bari e discusse nell'udienza pubblica del 5 febbraio 2019 riguardanti il reclutamento e il favoreggiamento della prostituzione, puniti dalla legge approvata nel 1958. 

Le questioni erano state sollevate con specifico riferimento all'attività di prostituzione liberamente e consapevolmente esercitata dalle cosiddette escort. La Corte Costituzionale ha vagliato la costituzionalità della legge su istanza dei difensori di alcuni imputati nel processo barese sulle escort portate tra il 2008 e il 2009 dall’imprenditore Gianpaolo Tarantini nelle residenze estive dell’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

I giudici baresi sostenevano, in particolare, che la prostituzione è un'espressione della libertà sessuale tutelata dalla Costituzione e che, pertanto, punire chi svolge un'attività di intermediazione tra prostituta e cliente o di favoreggiamento della prostituzione equivarebbe a compromettere l'esercizio tanto della libertà sessuale quanto della libertà di iniziativa economica della prostituta, colpendo condotte di terzi non lesive di alcun bene giuridico.

La Corte costituzionale ha ritenuto che non è in contrasto con la Costituzione la scelta di politica criminale operata con la legge Merlin, quella cioè di configurare la prostituzione come un'attività in sé lecita ma al tempo stesso di punire tutte le condotte di terzi che la agevolino o la sfruttino. Inoltre, la Corte ha ritenuto che il reato di favoreggiamento della prostituzione non contrasta con il principio di determinatezza e tassatività della fattispecie penale. 

Dopo la decisione dei giudici costituzionali e il deposito delle motivazioni della sentenza che avverrà nelle prossime settimane, il processo escort, sospeso dal febbraio dello scorso anno, riprenderà davanti alla Corte d'appello di Bari. L'eccezione di incostituzionalità della legge Merlin, dichiarata oggi non fondata dalla Consulta, era stata presentata, ma non accolta, già nel corso del processo di primo grado, che si era concluso il 13 novembre 2015 con la condanna di Tarantini a 7 anni e 10 mesi di reclusione, di Sabina Began - "l'ape regina" - a un anno e 4 mesi, di Massimiliano Verdoscia e del pr milanese Peter Faraone, entrambi amici di Tarantini, rispettivamente a 3 anni e 6 mesi e 2 anni e 6 mesi. In appello, invece i difensori di Quaranta e Verdoscia avevano ottenuto dai giudici baresi la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale, con il conseguente stop al processo di secondo grado.