Giovedì 30 Maggio 2024
ROSALBA CARBUTTI
Politica

Congresso delle famiglie in marcia verso le Europee

In popolo di Verona si conta e vuole contare in vista delle elezioni del 26 maggio. "Diremo per chi votare". Gandolfini: "Con la Lega condividiamo tutto". Nella dichiarazione finale: stop all'utero in affitto tramite rogatorie internazionali

La marcia delle famiglie di Verona

La marcia delle famiglie di Verona

Verona, 1° aprile 2019 - La marcia dei diecimila ha chiuso il Congresso mondiale delle famiglie. Per molti è stato il summit dello scontro politico, dei gadget a forma di feto di gomma, dell’aborto definito omicidio e delitto. Per altri, quelli che ieri erano in piazza, ha rappresentato chi rivendica «l’eroismo delle mamme e dei papà». Nel documento finale, in primis il contrasto all’utero in affitto, «anche tramite una rogatoria internazionale, la tutela delle famiglie in difficoltà economiche, specie se numerose, il contrasto all’inverno demografico». Oltre agli intenti, è un popolo che si conta (e vuole contare), con uno sguardo alle Europee. «Siamo 50mila – dicono gli organizzatori –. Molti di più del corteo femminista», chiosano. Croci, palloncini, cartelli ‘Gesù nel cuore’ accanto a quelli di ‘Dio, patria e famiglia’ di Forza Nuova. Una dozzina i rappresentanti, senza bandiere e in camicia bianca. Niente vessilli politici, era il mantra. Ma, ieri, accanto a famigliole festanti e padri superman in grado di cambiare 18 pannollini in un giorno («Eh sì, ho quattro figli, quasi 5», ricorda Cleto), la politica c’era eccome.  Fisicamente, come il senatore leghista Simone Pillon, firmatario dell’omonimo ddl delle polemiche sull’affido condiviso, che faceva selfie dal «Medioevo». Ma l’immagine plastica di una vicinanza tra il popolo del Congresso mondiale delle famiglie e la Lega è stato l’abbraccio tra il deputato del Carroccio Alessandro Pagano e Massimo Gandolfini, leader del Family day e al centro delle polemiche degli ultimi tre giorni. Sua la dichiarazione sull’aborto «che ha ucciso 6 milioni di bimbi dal 1978», salvo poi avere, proprio lui, un «divorzio» in famiglia. La figlia Maria in piazza con le femministe sabato e il resto della prole (ha sette figli, tutti adottati) con lui ieri alla marcia.  «Pagano è un amico come Pillon. A lui feci da catechista quand’era bambino...», spiega Gandolfini. Ma non nasconde le simpatie con il Carroccio: «Coi valori di Salvini, Fontana , Bussetti e Meloni c’è una concordanza perfetta. Faremo come alle Politiche: diremo al nostro popolo per chi votare. Lo faremo coi nostri comitati, pro-life e pro family». 

VERSO LE EUROPEE - Non ancora un partito, ma lo stesso Gandolfini, non perde occasione per ricordare i 4 milioni di ‘no’ raccolti dalla sua ‘base’ per il referendum costituzionale. Gli fa eco Jacopo Coghe, vicepresidente del Congresso mondiale delle famiglie, che lancia un messaggio ai 5 Stelle: «A maggio prenderemo atto di chi è dalla nostra parte e chi ci insulta». Leggi Vincenzo Spadafora, sottosegretario M5S, vicino alle istanze Lgbt.  Ma se in questa tre giorni di Congresso, prima della marcia, si sono visti segnali di vicinanza con l’Ungheria di Orbán e dell’Est Europa e i movimenti della destra americana vicina a Trump, c’è anche qualche spaccatura interna al mondo cattolico. Mario Sberna, presidente dell’Associazione nazionale Famiglie numerose, ha partecipato al Congresso. Ma, pur condividendone i contenuti, non ha mostrato entusiasmo per i «proclami» di Salvini. «La Lega ha fatto diventare suo questo congresso. E poi che cosa ha fatto sulla famiglia? Niente. Solo grandi promesse. Sulle adozioni? Nulla». Sentimento condiviso anche sui social e da quel mondo cattolico ‘distante’ da Verona: «La Lega si è mangiata anche la famiglia. Dal milione del Family day è scesa a diecimila». Il Congresso è finito, ma divide ancora.