Mercoledì 24 Aprile 2024

Migranti, la Spagna attacca Salvini: "Politica a spese di tutta Europa"

Il vicepremier replica: "Non rispondo agli insulti". Ma su twitter prende in giro la sindaca di Barcellona. Intanto diventa legge il decreto motovedette

Matteo Salvini e il ministro degli Esteri spagnolo Josep Borrell

Matteo Salvini e il ministro degli Esteri spagnolo Josep Borrell

Roma, 6 agosto 2018 - Mentre con l'ok alla Camera diventa legge il decreto motovedette - che assegna alla Guardia costiera libica 12 imbarcazioni, 10 delle quali già in uso alla guardia costiera italiana e 2 alla Gdf - sul tema sempre caldo dei migranti si assiste a un duro botta e risposta tra il ministro degli esteri spagnolo (secondo l'Unhcr la Spagna è in piena emergenza sbarchi) e il ministro dell'Interno italiano Matteo Salvini. Joseph Borrel accusa l'Italia di avere una 'brutale' politica di isolamento, mentre il ministro dell'Interno italiano fa spallucce e risponde solo: "Noi ci teniamo alla sicurezza".

Per la verità anche il vicepremier su Twitter tira in ballo la Spagna, postando una video-intervista alla sindaca di Barcellona Ada Colau che lo critica E scrive: "'Salvini rappresenta il caos, la distruzione dell'Europa e della democrazia. L'Italia non è Salvini". Così parlò il sindaco di Barcellona.  Che dite, devo essere preoccupato o felice??'. PS Intanto un'altra nave Ong con immigrati a bordo si dirige verso la Spagna: bene così!!".

Un riferimento alla nave dell'Ong Open Arms Proactiva, che giovedì ha soccorso 87 migranti e ora, diretta in Spagna, è in attesa di sapere in quale porto potrà sbarcare. 

L'ATTACCO DELLA SPAGNA - Che il nostro ministro dell'Interno sia poco amato dal governo spagnolo non è una novità. Lo testimonia anche l'intervista di oggi al ministro degli Esteri spagnolo Josep Borrell, che parlando con l'Handelsblatt on line non usa mezze misure: "Salvini fa una politica non solo a spese della Spagna, ma di tutta l'Europa. Con la sua politica di isolamento lede l'idea europea". Ma non basta: il titolare della diplomazia spagnola dice di non avere contatti con il governo italiano, e definisce "brutale" la politica di isolamento di Roma.

Alla constatazione del giornalista che anche la Germania sta realizzando una politica diversa dall'accoglienza dimostrata nel 2015, scaricando il lavoro su Turchia e Ungheria, Borrell risponde: "Può darsi che sia così in un certo senso. Ma questo non cambia la circostanza che in Europa, al momento, dominino due diverse narrative: da un lato Paesi come Ungheria, Polonia, Italia e Austria, che vogliono alzare nuovi muri ai loro confini nazionali, e più alti sono, meglio è. Dall'altro lato ci sono Francia, Germania, Spagna e Portogallo. Si sforzano di trovare una strada comune. Anche loro dicono, 'non possono venire tutti'. Ma sono convinti che le frontiere non si possano semplicemente rafforzare, ma che si debba gestire i flussi migratori e guidarli in canali ordinati".

Il ministro tuttavia sostiene di non essere spaventato all'idea che la Spagna diventi una 'nuova Italia': "In Italia negli ultimi tre anni sono arrivati 656 mila migranti illegali. In Spagna quest'anno, finora, ne sono arrivati 25 mila. Si tratta di una dimensione molto diversa". E rincara la dose delle accuse:  "Era chiaro che la Spagna avrebbe sostituito l'Italia come meta dopo la brutale politica di isolamento del nuovo ministro dell'Interno dell'Italia - aggiunge -. E può darsi che arriveranno ancora più migranti in Spagna". 

La soluzione? Per Borrell serve "una politica solidale e unita dell'Ue, che metta ordine nei flussi dei profughi". Contro le paure della gente, alimentate da populisti come Donald Trump e Pablo Casado, per Borrell occorre una "politica del realismo morale". E propone una sorta di Erasmus europeo-africano: "Per ogni migrante illegale che l'Europa manda indietro - spiega il ministro - ne venga accolto uno legale. Lo si istruisce per tre anni e poi lo si rimanda a casa",  è la proposta.

LA  REPLICA DI SALVINI - "Non rispondiamo a insulti da parte di governi e ministri favorevoli a un'immigrazione fuori controllo - si limita a dire il vicepremier leghista - Noi ci teniamo alla sicurezza, alla cultura e all'identità dei popoli europei".