Lunedì 29 Aprile 2024

Milleproroghe, il governo pone la fiducia. Deputati Pd occupano l'Aula a Montecitorio

La fiducia è posta sul testo approvato dalle Commissioni, vale a dire con il taglio di 1,1 miliardi alle periferie, senza recepire l'intesa raggiunta ieri con l'Anci sul ripristino nel triennio dei fondi. Il ministro Fraccaro: "Proteste sulla fiducia senza fondamento"

Milleproroghe, il Pd occupa l'Aula alla Camera (Ansa)

Milleproroghe, il Pd occupa l'Aula alla Camera (Ansa)

Roma, 12 settembre 2018 - Il governo pone la fiducia sul decreto milleproroghe. Inizierà domani alle 12.40 nell'Aula della Camera la chiama dei deputati. La fiducia è posta sul testo approvato dalle Commissioni, vale a dire con il taglio di 1,1 miliardi alle periferie, senza recepire l'intesa raggiunta ieri con l'Anci sul ripristino nel triennio dei fondi. La Camera ha respinto la richiesta del Pd di sospendere l'esame del decreto, proprio per permettere al governo di chiarire le proprie intenzioni sui fondi alle periferie. Un folto numero di deputati del Pd ha occupato l'Aula e alcuni di loro si sono seduti sui banchi del governo. Il ministro Fraccaro però parla di "proteste senza fondamento".

"Carta straccia delle regole democratiche"

IRA DEL PD - Alessia Morani, annunciando che i dem continueranno l'occupazione dell'Aula finché non avranno una risposta sull'illegittimità della fiducia antecedente alla pubblicazione in Gazzetta del decreto, come hanno denunciato le opposizioni, ha affermato: "Quanto accaduto in Aula oggi è cosa inedita e inaudita. La presidente di turno Spadoni, a fronte degli interrogativi molto pertinenti del Pd sull'illegittimità della fiducia" non ha dato risposte, dimostrando "totale incapacità di dare delle risposte e in una inadeguatezza sconcertante della gestione dei lavori". Insomma, per il Pd "è una cosa non solo illegittima ma fa carta straccia della Costituzione e delle regole dell'Aula e alla quale non è stata alcuna risposta". Per questo, il "Pd rimane in Aula, perché Lega e M5s stanno facendo carta straccia delle regole democratiche e abbiamo bisogno di avere una risposta e finché non l'avremo il gruppo Pd non si sposterà dai banchi. E' stato compiuto per la prima volta un atto eversivo, mai vista cosa del genere". Successivamente Emanuele Fiano ha parlato di "abominio" e lesione dei diritti delle opposizioni in merito alla decisione in capigruppo di annullare il question time con il premier Giuseppe Conte, che era in programma oggi. "C'è totale chiusura dalla maggioranza" e il Pd "presenterà molti ordini del giorno", ha annunciato il capogruppo Pd Graziano Delrio.

"Dal punto di vista formale è tutto ok"

REPLICA FRACCARO - Tutto regolare però per il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, che dice: "Le opposizioni hanno sollevato due questioni di merito, che per noi non hanno fondamento. La prima è che il Consiglio dei ministri non potrebbe approvare il provvedimento e contestualmente dare mandato per eventualmente porre la fiducia qualora si renda necessaria. Questo è un punto che abbiamo verificato con gli uffici di Palazzo Chigi già da quando ci siamo insediati e non solo è legittimo, ma ci sono anche dei precedenti". E, rispondendo ai giornalisti, continua: "La seconda motivazione di contestazione è che non si può concedere il mandato a porre la questione di fiducia nel momento in cui il testo non è quello uscito dalle commissioni. Cioè bisogna fare un Consiglio dei ministri sul testo finale, ma questo significherebbe che tutte o quasi le fiducie di tutti i governi precedenti, di tutte le opposizioni oggi rappresentate nel Parlamento, sono illegittime. Quindi loro stessi avevano fatto qualcosa di illegittimo in passato. In realtà non è vero, perché dal punto di vista formale è tutto regolare, mentre dal punto di vista sostanziale conta la volontà del governo di dare il mandato e dunque rimettersi alla valutazione del ministro per i rapporti con il Parlamento, che conosce le dinamiche", ha aggiunto Fraccaro, nel merito delle questioni sollevate dalle forze di minoranza anche in conferenza dei capigruppo.