Mercoledì 1 Maggio 2024

Tav, Salvini: "Bisogna andare avanti". Conte frena sullo stop

Governo diviso sul destino dell'Alta velocità. Palazzo Chigi: "Ma il premier non ha ancora fatto le sue valutazioni". Opposizioni sulle barricate: "Bloccare l'opera è follia". L'Ue: mantenere gli impegni. Legittima difesa, il vicepremier dopo le parole di Mattarella: "Nessuno vuole il far west"

Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell'Interno (Imagoeconomica)

Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell'Interno (Imagoeconomica)

Roma, 27 luglio 2018 - L'Alta velocità divide M5s e Lega. Le frizioni più esplicite all'interno del governo riguardano proprio il destino della Tav. "Adesso nessuno deve azzardarsi a firmare nulla, ai fini dell'avanzamento dei lavori ", tuonava solo pochi giorni fa il ministro grillino Danilo Toninelli, coerentemente con la linea del Movimento. "È stato un enorme sperpero di denaro pubblico".

Dopo giorni di silenzio, oggi Matteo Salvini prende posizione. "Dal mio punto di vista sulla Tav occorre andare avanti, non tornare indietro", ha anticipato a Radio 24 il vicepremier. Che si mantiene però su toni soft: "C'è da fare l'analisi costi-benefici: l'opera serve e se per caso da un'analisi attualizzata del 2018 non serve, costa di più bloccarla che non proseguirla? Questo è il ragionamento che varrà su tutto: la Tap, la Pedemontana, Terzo Valico". Nel pomeriggio Salvini precisa ancora meglio il suo pensiero: "sulla Tav stiamo lavorando" ha detto il ministro dell'Interno in serata a Fontevivo, nel Parmense, per la festa nazionale della Lega Emilia. Per quanto riguarda tutte le infrastrutture in generale "faremo un'analisi costi benefici di quello che si è fatto - ha sottolineato Salvini - e di quello che si farà, di quello che conviene agli italiani. Dove serve - ha concluso - si va avanti, non si torna indietro".

PALAZZO CHIGI: CONTE NON HA DECISO - Secondo La Repubblica il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sarebbe pronto ad annunciare lo stop ai cantieri, cui il Carroccio si è sempre dichiarato contrario. Ma Palazzo Chigi smentisce che da parte del premier ci siano state "valutazioni a riguardo". Il dossier sulla Tav "non è ancora giunto sul tavolo di Conte" ma "è in fase istruttoria presso il ministro competente Toninelli, il quale è impegnato in una valutazione costi-benefici che poi sarà sottoposta e condivisa con il premier e con l'intero governo". Ad ogni modo, taglia corto la Presidenza, "la soluzione sarà in linea con quella contenuta nel contratto di governo". E anche Di Maio ribadisce che "la questione non è sul tavolo del governo": ""Deciderà il ministro Toninelli quando incontrare il suo omologo francese. Ma sono tranquillissimo"

LE OPPOSIZIONI  - Non hanno dubbi sul da farsi le opposizioni. Bloccare la Torino-Lione "è una follia", che "pagherà un Paese intero",  incalza il segretario del Pd Maurizio Martina. "Due miliardi di euro di penali, il blocco di finanziamenti Ue, 4 mila posti di lavoro a rischio". E sempre nelle fila del Partito democratico, Graziano Delrio, precedessore di Toninelli alle Infrastrutture si dice "molto preoccupato perché oltre 5 miliardi di euro di investimenti rischiano di essere messi in discussione per calcoli elettorali". Sulla barricate c'è poi il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino che annuncia per settembre "un incontro di tutte le rappresentanze economiche, sociali, istituzionali e politiche per far risuonare chiare e forti le voci della società piemontese a favore dell'opera". La regione - dice  - rischia di essere "messa ai margini di tutte le relazioni economiche, nazionali e internazionali". 

Anche Forza Italia, tramite Mara Carfagna, accusa il "governo del non fare", che "distrugge posti di lavoro, blocca gli investimenti e danneggia le imprese", mentre Fratelli d'Italia parla sull'onda delle ultime proteste a Chiomonte. Quello di Toninelli è un "deprimente sproloquio no Tav" - sostengono i parlamentari della Meloni - che "suona come una legittimazione politica" dei "teppisti".

I FRANCESI - Pressioni dalla Francia. "Siamo sinceramente desolati che un progetto di questa portata, al servizio dell'ecologia e dell'economia dei territori, si cancelli per delle considerazioni puramente politiche", dice Stephane Guggino, delegato generale del comitato della Transalpine, che promuove la linea ad alta velocità Lione-Torino. "Una cosa è certa: abbandonare il progetto costerà all'Italia tanti, tanti soldi". 

UE: MANTENERE IMPEGNI -  E un richiamo indiretto arriva anche dall'Unione europea. "Non commentiamo le voci" sul possibile stop dei lavori della Tav, ma "la Lione-Torino è un progetto importante non solo per la Francia e per l'Italia ma per tutta l'Europa, ed è importante che tutte le parti mantengano gli impegni per completarla in tempo", fa sapere un portavoce della Commissione, interpellato in merito. 

SALVINI: NESSUNO VUOLE FAR WEST - Per Salvini l'intervista a Radio 24 è anche l'occasione per commentare le dichiarazioni di Mattarella dopo il caso della bambina rom colpita da un'arma da fuoco. "Nessuno vuole il far west in Italia, nessuno vuole pistole libere", chiarisce il ministro dell'Interno, secondo cui il capo dello Stato "si riferiva ad altri". Con la legge sulla legittima difesa "vorremmo permettere a chi legalmente, in maniera controllata e certificata, vuole detenere un'arma di difendersi se in piena notte trova qualcuno all'interno della propria casa".

SULL'ATTACCO DI FAMIGLIA CRISTIANA - Il ministro parla a 360 gradi e torna a difendersi dalle accuse in tema migranti di Famiglia Cristiana, che gli ha dedicato una copertina dal titolo durissimo, 'Vade retro Salvini'. "Sono stato subissato da messaggi di uomini e donne di Chiesa che la pensano in modo contrario", afferma Salvini. Questo perché "anche all'interno della Chiesa c'è un dibattito in corso". Gli attacchi "non mi toccano, non mi spaventano e non mi intimoriscono. Da giornalista non mi piacciono".

ROM - Infine la questione rom, dopo il contestato sgombero del Camping River a Roma: "In Italia ci sono circa 150 mila Rom, il problema riguarda solo quei 30 mila che si ostinano a vivere nei campi, ai confini della legalità o nella piena illegalità. Fermare tutto questo mi pare solo una questione di buonsenso".