Lunedì 29 Aprile 2024

Rom, Salvini: "Sul censimento tiro dritto"

Poi frena: non è la priorità. Moscovici: "Dichiarazioni raggelanti". Bruxelles: "Illegale espulsione comunitari su base etnica"

Matteo Salvini in visita in un campo nomadi a Roma (Ansa)

Matteo Salvini in visita in un campo nomadi a Roma (Ansa)

Roma, 19 giugno 2018 - Le parole di Matteo Salvini sui rom e sull'intenzione di realizzare un censimento della loro presenza sul terrirorio italiano suscitano le reazioni dell'Ue. Con il Commissario agli affari economici e monetari, Pierre Moscovici, che parla di "dichiarazioni raggelanti" e Bruxelles che mette in guardia: no a espulsioni su base etnica. Ma il ministro dell'Interno rivendica e ribadisce le sue esternazioni, nonostante ieri avesse in parte fatto retromarcia. "Censimento dei Rom e controllo dei soldi pubblici spesi - scrive oggi su Twitter -. Se lo propone la sinistra va bene, se lo propongo io è razzismo. Io non mollo e vado dritto! Prima gli italiani e la loro sicurezza". Quindi sbandiera l'avvenuta demolizione "di una casa abusiva in un campo Sinti non autorizzato" a Carmagnola (Torino), comune a maggioranza leghista:  "Dalle parole ai fatti - twitta -. Prima gli italiani".

Nel tardo pomeriggio interviene anche il premier Conte, che afferma in una nota che "qui nessuno ha in mente di fare schedature o censimenti su base etnica, che sarebbero peraltro incostituzionali in quanto palesemente discriminatori. Il nostro obiettivo è individuare e contrastare tutte le situazioni di illegalità e di degrado ovunque si verifichino, in modo da tutelare la sicurezza di tutti i cittadini".

Dopo le dichiarazioni del presidente del Consiglio Salvini si affretta a smentire le voci di presunti conflitti nel governo. "Ho appena parlato con Conte, non c'è nessuna crepa nel governo, l'intesa è granitica. Gli ho spiegato che il censimento dei rom possiamo chiamarlo controllo, verifica, anche Giovanni, ma è solo una questione di rispetto del codice penale e civile. C'è con il premier una totale condivisione".

E frena: "Questa del censimento nei campi rom, non è una priorità, quella è la sicurezza, i migranti. Ad ogni modo lavoreremo in futuro con i sindaci, sapendo che questo tipo di controlli esistono da anni, ovunque, portati avanti da amministrazioni di tutti i colori politici. Vorrei sottolineare che non sono di carattere etnico: la razza non m'interessa. Nei campi - aggiunge - possono vivere anche esquimesi, finlandesi, controllerei lo stesso che siano in regola, che portino i figli a scuola", aggiunge Salvini.

"DICHIARAZIONI RAGGELANTI" - "Anche se interferire negli affari interni di un Paese, commentare questa o quell'altra dichiarazione scioccante o raggelante, può essere una tentazione a cui è estremamente difficile resistere, resisterò con tutte le forze", ha detto Moscovici a chi, durante una conferenza stampa a Parigi, gli chiedeva di commentare le dichiarazioni di Salvini. "Dico - ha proseguito il commissario - che la Commissione Ue eserciterà le sue competenze con le regole di cui dispone. Ci sono regole in materia economica e finanziaria ma anche per quanto riguarda lo stato di diritto. Sono le nostre regole comuni e vanno rispettate da tutti". Poco dopo Moscovici interviene anche il portavoce della Commissione, Alexander Winterstein. "Non si può espellere un cittadino europeo su base etnica", chiarisce. "Non escludo - prosegue - che prenderemo contatto con le autorità italiane" sui piani per il censimento. 

Interviene anche Dunja Mijatovic commissario dei diritti umani del Consiglio d'Europa: "Fare un censimento delle persone sulla base delle loro origini etniche violerebbe apertamente gli standard europei e internazionali sui diritti umani", dice l'alto funzionario, definendo le parole di Salvini "inquietanti". "Confido che la ragione alla fine prevarrà". 

I CINQUE STELLE - Dopo le prime dichiarazioni, da Salvini era già arrivata una parziale retromarcia. Le sue parole avevano scatenato polemiche e la rezione della comunità rom. Oltre che quella del partner di governo, il Movimento 5 Stelle. "Non è nostra intenzione - aveva precisato il leghista - schedare o prendere le impronte digitali a nessuno, nostro obiettivo è una ricognizione della situazione dei campi rom". "Mi fa piacere - aveva risposto l'altro vicepremier Luigi Di Maio - che Salvini abbia smentito qualsiasi ipotesi di censimento registrazione o schedatura, se una cosa non è costituzionale non la si può fare". A ribadire la linea pentastellata è oggi Roberto Fico, presidente della Camera, che chiosa: "Sono d'accordo con Luigi Di Maio, è incostituzionale". 

Rom e sinti, quanti sono in Italia. "Ecco il censimento"

SPERANZA (LEU): LO DENUNCIO - Intanto da sinistra arrivano nuove prese di posizioni. Roberto Speranza (Leu) passa ai fatti e annuncia una querela contro Salvini per istigazione all'odio razziale. "Insiste anche oggi con il censimento dei Rom. Per me non bastano più le parole. Per questo ho deciso di denunciare il ministro ai sensi della legge Mancino 654/75".

MOSCOVICI - il commissario Moscovici ha inoltre puntato il dito contro la linea dura del ministro dell'Interno italiano sul fronte migranti, chiarendo però la necessità di non lasciare sola l'Italia. "A mio avviso - ha commentato - il messaggio di Matteo Salvini non è quello giusto. Preferire il ripiegamento su se stessi rispetto all'apertura al mondo significa voltare le spalle alla tradizione di ospitalità iscritta nei valori della nostra storia. Ma non sono qui per fare politica: il messaggio che soggiace dietro al gesto di Salvini va ascoltato: gli Stati membri non possono lasciare l'Italia da sola dinanzi alla crisi migratoria". Dice ancora il commissario Ue: "Capisco che l'Italia attende solidarietà da parte dei vicini, solidarietà economica e anche sui migranti". Ma la risposta "non può essere la chiusura delle frontiere, il nazionalismo, la stigmatizzazione di alcune popolazioni. La risposta deve essere creare insieme una politica europea dell'asilo, dell'accoglienza dei rifugiati: è il motivo per cui dobbiamo essere responsabili e solidali. Mi attendo che dall'Italia non parta un messaggio di chiusura ma di inclusione in un insieme comune".

CASERTA, SPARI CONTRO IMMIGRATI - A Caserta si registrano tensioni. Due immigrati, provenienti dal Mali, beneficiari del progetto Sprar del Comune di Caserta, hanno denunciato alla Polizia di essere rimasti vittima di un episodio a sfondo razzista: sono stati raggiunti da colpi di pistola ad aria compressa - ferito uno degli stranieri - sparati da tre ragazzi che gridavano "Salvini, Salvini!". Il fatto si sarebbe verificato l'11 giugno scorso ma è stato denunciato solo oggi dal Centro Sociale Ex Canapificio, associazione che gestisce il progetto Sprar insieme alla Comunità Rut delle Suore Orsoline e alla Caritas.