Giovedì 2 Maggio 2024

Salvini a Verona attacca i 5 Stelle. E Conte lo gela: "Studi prima di parlare"

Il vicepremier difende "mamma e papà", ma chiarisce: la 194 non si tocca. Il premier riprende il leader del Carroccio in materia di adozioni: "La delega è di Fontana". Rimpallo di competenze al vetriolo

Matteo Salvini a Verona (LaPresse)

Matteo Salvini a Verona (LaPresse)

Verona, 30 marzo 2019 - Matteo Salvini arriva a Verona poco dopo le 16. Calca, urla, tifo. "Matteo, Matteo... Matteo uno di noi", gridano i cittadini che lo aspettavano da ore. Anche alcuni organizzatori e partecipanti del Congresso mondiale delle famiglie lo acclamano. "La penso come Papa Francesco. Sono d'accordo nella sostanza del convegno". E aggiunge: "Della forma non mi interessa". Qualcuno, a piazza Bra, ai piedi della Gran Guardia grida "Vergogna. Fascista". Poco prima arrivano anche i ministri leghisti Fontana e Bussetti.

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SALVINI VS DI MAIO - Salvini non cita la legge 194, salvo poi ribadire che non si tocca. Smorza le polemiche e indossando la maglietta con la famiglia stilizzata, ricorda che difende "mamma e papà". Niente contro i gay, ma chiude alle adozioni omosex. Posizione opposta a quella di Luigi Di Maio che, da Roma, bolla il congresso delle Famiglie covo di "fanatici". Frecciate incrociate tra i due leader. "Dico a qualche distratto amico di governo che qui dentro si prepara il futuro, si guarda avanti e non indietro", punge il vicepremier leghista. "Se parlare di mamme, papà e bimbi è da sfigati, allora io sono uno sfigato", chiosa.

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Congresso famiglie, Salvini a Verona. Papa: "Bene sostanza, metodo sbagliato"

POLEMICA CON SPADAFORA, INTERVIENE CONTE - Scontro anche con il sottosegretario grillino alle Pari opportunità Spadafora che, stamattina, ha detto che darà il patrocinio della manifestazione per i diritti internaziobali Lgbt. "Si occupi di rendere più veloci le adozioni", attacca il leader del Carroccio. "Legga bene le deleghe, quella sulle adozioni è in capo a Fontana", replica a distanza Di Maio. Ma la querelle non si ferma qua e arriva addirittura a Palazzo Chigi. "Rimane confermato che bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare nei ministeri tutti i giorni e studiare le cose prima di parlare altrimenti si fa solo confusione", si legge in una dura nota della presidenza del Consiglio in cui Conte sottolinea come sia il ministro per la Famiglia ad avere la delega alle adozioni.

IL 'CASO' ADOZIONI - La questione diventa un caso: fonti del Ministero riferiscono che "da oltre un mese Fontana ha chiesto di formalizzare la remissione della delega relativa alle adozioni internazionali a causa del fatto che il presidente Conte ha autonomamente indicato i componenti della struttura Cai (Commissione Adozioni Internazionali)". Insomma scaramucce con in sottofondo un rimpallo di competenze. Pronta la risposta di Palazzo Chigi: "Non c'è mai stata alcuna revoca delle deleghe. La presa di posizione del Dipartimento del Ministro Fontana ha provocato una grave situazione di stasi nell'attività della Commissione Adozioni, situazione che si è sbloccata solo grazie alle sollecitazioni giunte proprio dalla Segreteria generale della Presidenza del Consiglio". Insomma, un rimpallo di competenze al veleno. 

SALUTI DA ORBAN - Tornando al Congresso: Salvini lancia poi una commissione d'inchiesta contro il business delle case famiglia, spesso - dice - "conniventi con la giustizia". La sua visita a Verona termina  poco prima delle 18. A salutarlo arriva Katalin Novak, ministra della famiglia ungherese. Baci abbracci e "tanti saluti dal premier Orban".

MELONI - Ha più o meno lo stesso tenore l'intervento di Giorgia Meloni. Che esordisce con una battuta: "Scusate stavo stirando...". Continua facendo i complimenti ai congressisti di Verona che non hanno ceduto. "Ci hanno detto di tutto. Sfigati, oscurantisti. Accusano chi difende la famiglia naturale. In Italia c'è la censura. Lo Stato si vergogna a dare il patrocinio a un evento come questo" . Cita la patria, Dio e la famiglia. Standing ovation per lei dal popolo della Famiglia della città scaligera, tant'è che ritorna sul palco.

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