Pd, Zingaretti punta su Sala candidato premier

Il sindaco di Milano potrebbe mettersi alla testa di un 'campo largo'

Nicola Zingaretti e Beppe Sala (Lapresse)

Nicola Zingaretti e Beppe Sala (Lapresse)

Roma, 29 maggio 2019 - Il sindaco di Milano, Beppe Sala, candidato premier del centrosinistra se ci saranno, presto, elezioni politiche anticipate? Lui, il sindaco, accarezza questo sogno e lo ha detto anche pubblicamente di sentirsi "una risorsa". Ma la novità di questi giorni è che il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, sta pensando, per la verità anche da prima delle elezioni europee, proprio a Sala come front runner di quel ‘campo largo’ del centrosinistra che vuole costruire. Specie se, appunto, la situazione politica dovesse precipitare e si andasse a urne anticipate tra fine settembre e inizio ottobre. 

Nella testa di Zingaretti c’è uno schema preciso fatto di tre tappe. La prima, dopo il successo della lista unitaria (Pd+Calenda+Mdp) alle Europee, è appunto la costruzione del ‘campo largo’. Oltre a +Europa, Verdi, forse pure la Sinistra, che però non valgono, presi tutti insieme, più del 6/7%, al Pd serve di far nascere un buona gamba centrista. Ed è qui che entra in gioco Carlo Calenda, fresco del boom di preferenze prese, che già annuncia di voler costruire, a partire dalla sua lista, ‘Siamo Europei’, un vero partito di stampo lib-dem. Idea e proposito che Zingaretti incoraggia anche perché è un modo come un altro per togliere spazio e acqua a ogni velleità di Renzi e dei renziani di dar vita, loro stessi, a un partitino. 

Il secondo step sono, ovviamente, le primarie di coalizione. Zingaretti non le ha ancora annunciate formalmente ma, se e quando si voterà, le indirà senza indugio. Romano Prodi glielo chiede e Zingaretti ci crede. Il nuovo segretario dem ritiene che la leadership del Pd debba essere contendibile e che lui è solo un protagonista, ma non il protagonista, alla Renzi. Quindi, proprio come fece Bersani, indirà le primarie di coalizione, ma – a differenza di Bersani – non si candiderà. Vuole, appunto, un nome nuovo e diverso come front runner del suo ‘campo largo’.

All’inizio, Zinga aveva pensato a Paolo Gentiloni, ex premier, oggi presidente dem, ma è un nome troppo legato, agli occhi degli elettori, alla passata stagione e ai passati governi. Gentiloni, invece, sarebbe "perfetto", dicono nel Pd, come candidato sindaco di Roma dove si potrebbe tornare a votare presto.

Calenda, invece, è troppo di centro e troppo liberal, anche se molto pop. E’ Sala il candidato perfetto per il Pd. Di sinistra, come Pisapia, ma non troppo. Conosciuto e ben voluto, specie al Nord, dove il Pd deve consolidare voti e posizioni, anche se con un deficit di popolarità al Sud, brillante ma anche posato, per Zinga è l’ecce homo del Pd. Anche perché non gli farebbe troppa ombra e non si farebbe mai un partito suo, come Calenda. 

Lui, Sala, ovviamente, non vede l’ora di lanciarsi in campo, anche se il momento è adesso. Infatti, se non si votasse ora, cioè in autunno, ma tra un anno o due, Sala sarebbe alle prese con la scadenza del suo mandato da sindaco e, forse, potrebbe diventare un problema, allora, mollare Milano.