“Volevamo fare estorsioni al mercato”, l’ex reggente dei Rinzivillo: “Il piano fallì”

 
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Gela. Tra gli obiettivi dei clan locali ci sarebbero stati anche gli ambulanti del mercato settimanale. Cosa nostra e stidda avrebbero tentato di organizzarsi per mettere a posto gli esercenti che, settimanalmente, operano nell’area mercatale. Un particolare emerso dalle dichiarazioni rese da Roberto Di Stefano, ex vertice della famiglia locale dei Rinzivillo, sentito nel corso del dibattimento scaturito dal blitz antimafia “Falco”. “Con i fratelli Nicastro e con Salvatore Antonuccio – ha detto in video collegamento – avevamo deciso di fare estorsioni al mercato settimanale”. Stidda e cosa nostra, insieme, quindi, anche se il piano alla fine fallì. “Abbiamo dovuto rinunciare – ha proseguito rispondendo alle domande del pm della Dda di Caltanissetta Elena Caruso – perché c’erano controlli delle forze dell’ordine. Nel progetto, comunque, non era coinvolto Gianluca Pellegrino”.

La tregua tra le famiglie. L’esame di Di Stefano è stato chiesto proprio dai pm della Dda nissena, nel tentativo di ricostruire gli equilibri interni alle famiglie di mafia della città, che avrebbero poi raggiunto una sorta di tregua, come chiesto da Alessandro Barberi, durante un incontro segreto che si sarebbe tenuto insieme allo stesso Di Stefano e a Gianluca Pellegrino, attualmente a processo dopo il blitz “Falco”, con altri presunti complici.

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