Scritte contro la chiesa, parroco ancora nel mirino

Scritte contro la chiesa, parroco ancora nel mirino
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Sabato 30 Dicembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 12:44
“Una pennellata cancellerà la tua scrittura ma non la tua maleducazione ed il tuo atto vandalico”. E’ la risposta di don Cosimo Zecca rivolta a chi ha imbrattato, in queste ore, il muro della parrocchia del rione Paradiso, con la scritta “Chiesa di merda”. Un gesto anonimo e tracciato da un pennarello rosso, su uno spazio relativamente piccolo del muro, ma che assume un significato profondo, perché mette nuovamente al centro del dibattito la parrocchia San Nicola. A fine agosto fu la questione dei migranti a scatenare un vespaio di polemiche, col parroco che raccolse accuse e poi la solidarietà della collettività brindisina; ora si registra questa scritta sul muro che, questa volta, ha indotto don Cosimo a rispondere direttamente all’autore del gesto.
“Caro amico che non conosco – ha scritto sul proprio profilo facebook - e che nascondi la tua vigliaccheria nell’anonimato offendendo tante persone perbene del quartiere, anziché sporcare i muri perché non provi a informarti su cosa sia la chiesa? Se nella chiesa c’è sporcizia prova a renderla più bella. Guarda con i tuoi occhi quello che fanno i nostri volontari, vieni agli incontri, ascolta e discuti in libertà, vieni con noi nelle visite agli ammalati”. E’ lo stesso don Cosimo a spiegare il perché di questa lettera: “L’ho scritta – dichiara – perché mi auguro che l’autore possa trovare un minimo di vergogna. La chiesa accoglie tutti ma provare vergogna significa riflettere su ciò che ha fatto. L’ho scritta anche perché vorrei che tutta la comunità riflettesse, perché se lasciamo correre non diventeremo mai una comunità educante, capace di aiutare i ragazzi a discernere quello che è un limite che rappresenta il rispetto dell’altro”. In molti pensano ad una semplice bravata ma sul come pesare questi gesti, don Cosimo ha le idee chiare: “Anche se lo fosse – continua – è sempre da tenere in considerazione. E’ la prima volta che nel nostro quartiere appaiono scritte del genere. Credo sia il segno che i limiti sociali stanno saltando: se prima, al di là dal credo delle persone, c’era comunque un senso di rispetto, ora la scritta offende non una chiesa fatta di mattoni, ma una chiesa che opera nel territorio testimoniando il senso di fraternità, pace e uguaglianza. Non possiamo liquidarla come una bravata: dicendo così anche noi come comunità, ci disinteressiamo.”
 
Sul quartiere, don Cosimo auspica maggiore coesione “Credo che il quartiere – conclude don Cosimo – non ha bisogno di persone che seminano divisione ma di persone capaci di ricucire fratture sociali. Il nostro è un quartiere dove a volte le regole sono state assenti, dove si vivono tanti drammi e in cui la chiesa è vicina a tante situazioni difficili, rimanendo baluardo in difesa dei valori dell’uomo. Forse disturba qualche logica o qualcuno che desidera una chiesa più silenziosa, non lo so, ma la battaglia più grande non è contro la chiesa o contro il prete, bensì quella dentro di noi, dove decidiamo che persona essere”. Sempre in queste ore si è aggiunto l’adesivo di Casapound posto sulla bacheca della chiesa.
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