Politica e mafia: la commissione chiede
lo scioglimento a Sogliano

Politica e mafia: la commissione chiede lo scioglimento a Sogliano
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Martedì 10 Aprile 2018, 14:23
Chiesto lo scioglimento dell’amministrazione comunale di Sogliano Cavour. La commissione di accesso agli atti amministrativi insediatasi ad ottobre dell’anno scorso ha consegnato la relazione conclusiva al prefetto Claudio Palomba. Con le conclusioni. Inequivocabili: scioglimento. Azzeramento dell’organo di amministrazione. Perché sono stati trovati riscontri a quella parte dell’inchiesta penale “Contatto” del procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi, del sostituto Roberta Licci e dei carabinieri della Compagnia di Maglie, sui possibili condizionamenti dell’ex vicesindaco Luciano Magnolo: sussidi ed inserimento nei progetti lavoro dei familiari dell’emergente Antonio Cianci, costate le accuse di corruzione per un atto contrario e concorso esterno in associazione mafiosa. Circostanze, fra le altre, al vaglio il 15 maggio dal giudice per l’udienza preliminare, per stabilire se ci siano i presupposti per processare ognuno dei 65 imputati.
L’iter amministrativo procede parallelamente. E nella sua autonomia. La decisione della commissione di accesso la sta valutando in queste ore il prefetto Palomba. E a breve invierà il parere al Ministero dell’Interno. Con conclusioni che potranno avallare quelle della Commissione oppure fornire indicazioni diverse sotto il profilo della gravità delle possibili infiltrazioni e dei condizionamenti che la criminalità comune ed organizzata potrebbe avere avuto sull’autonomia e l’interesse pubblico degli amministratori di Sogliano.
Infine sarà probabilmente il nuovo Ministro dell’Interno a stabilire se e quale futuro potrà avere l’amministrazione comunale soglianese. Valutando sì i pareri del prefetto e della commissione, ma con il potere di decidere in piena autonomia.
Il caso Parabita ha ricordato che qualunque decisione potrà essere impugnata davanti ai giudici del Tar Lazio: due settimane fa ha riabilitato il sindaco Alfredo Cacciapaglia ed il Consiglio comunale, dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose.
E Sogliano? Tutto ruota attorno alle circostanze che hanno fatto avviare le verifiche della Prefettura. E cioè il rapporto contestato all’ex vicesindaco ed assessore ai Servizi sociali, Luciano Magnolo, con esponenti della criminalità locale. Come Antonio Cianci. Ed anche come l’uomo indicato come il reggente del clan Coluccia di Noha, Pasquale Gugliersi.
A questi rapporti è stato dedicato un intero capitolo dell’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione “Contatto”, a firma del giudice per le indagini preliminari Edoardo D’Ambrosio: “L’infiltrazione dell’associazione negli organismi del tessuto politico-sociale”. Fatti risalenti al 2015, quando l’ex vicesindaco ed assessore sarebbe stato picchiato per strada e subì la rottura di un vetro della sua auto Nissan Murano, per costringerlo a continuare a fornire contributi in denaro e borse lavoro a Carmela Magnolo. Ossia alla madre di Antonio Cianci. Assegnataria anche di una casa popolare, perché indigente.
L’ex amministratore si incontrò con Cianci e Gugliersi sul piazzale del suo distributore di carburanti di Corigliano d’Otranto, per discutere di questi problemi. E quando fu convocato in caserma dai carabinieri negò tutto.
Parlò per dire anche di avere subito solleciti e pressione sulle pratiche di Carmela Magnolo, come mai le era successo, un assistente sociale. Ed aggiunse anche che scelse di avere come referente solo il sindaco Paolo Solito e non più il vice Luciano Magnolo.
Ora questo interfacciarsi con la criminalità fatto emergere dall’inchiesta penale e che attende un processo per stabilire la fondatezza delle accuse, ha trovato riscontro negli atti spulciati dalla commissione di accesso. Da qui la richiesta di scioglimento.
Nulla è scontato: vale la pena di ricordare che il giudice per le indagini preliminari D’Ambrosio non condivise con la Procura la sussistenza dei gravi indizi per l’elargizione dei sussidi e dei contributi in denaro.
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