Ater: 700 milioni di crediti e 16mila diffide

Il disastro dell'edilizia popolare della Regione Lazio con un malsano intreccio fra politica e sociale

Quasi 500 milioni di crediti vantati nei confronti dei suoi inquilini. Oltre 200 milioni da recuperare da altri soggetti. Numeri alla mano la situazione finanziaria dell’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale (Ater) racconta una storia alquanto complessa. Fatta non solo di Ici non versata al Comune di Roma e cartelle rottamate, ma anche di tanti affittuari che non pagano la pigione gonfiando a dismisura la voce dei crediti in bilancio. Senza peraltro certezza della loro reale esigibilità. Si tratta forse di famiglie indigenti che non riescono a sbarcare il lunario e tardano a pagare il mese di affitto all’Ater? Non sempre perché nell’elenco dei morosi verso l’azienda finora guidata dal commissario straordinario Giovanni Tamburino spuntano associazioni culturali e sportive, onlus e anche partiti politici per un totale di circa 5,3 milioni di affitti non pagati.
Fra i partiti, non manca proprio nessuno. E’ tutto nero su bianco in un elenco aggiornato al 10 novembre 2017 dalla stessa azienda controllata dalla Regione Lazio ( http://aterroma.it/DOC/immobili-extraresidenziali-concessi-in-
locazione/2017/11/ELENCO_LOCALI_LR_12_del%202016_%20art1_comma_11.pdf).

Nella lista, fra i maggiori debitori, spunta il Circolo An Corviale che deve all’Ater circa 170mila euro di affitto per un locale A10 da 268 metri quadrati in largo Trentacoste Domenico. Segue il circolo Udc di via Anagni (139mila euro per 30 metri quadrati), l’ex Circolo Pd di Appio Tuscolano in via Crema (81.656 euro per 91 metri quadrati). E poi ancora due circoli Psi (rispettivamente più di 80 e circa 64mila euro) e uno del Psdi dell’Appia Nuova (58.604). Nell’elenco compaiono anche il circolo Pci di via Carlo Maratta (53.301 ) e la Federazione romana democratici proletari (49.765). Ce n’è insomma per tutti i gusti.

Certo le morosità di affitto di partiti e associazioni sono bruscolini in confronto ai debiti dell’Ater (1,4 miliardi) di cui la maggior parte a carattere tributario (529 milioni) e in gestione speciale per opere in corso di realizzazione (734 milioni). Ma sono pur sempre un segnale chiaro di un malsano intreccio fra politica e gestione dell’edilizia sociale (48mila in totale per l’ter per circa 5,7 milioni di metri quadrati di superficie).

Il resto lo racconta il bilancio Ater 2016: 70,7 milioni di perdite nel 2016 contro 8,4 milioni dell’esercizio precedente. E una montagna di crediti di cui l’ente sta valutando la effettiva esigibilità non solo per partiti, associazioni e onlus, ma anche per gli inquilini. “Con l’aggiornamento dei principi contabili 2016 è stata introdotta la possibilità di definire indicatori di perdita di valore a livello di portafoglio crediti in presenza di un numero elevato di crediti individualmente non significativi– si legge nell’ultimo bilancio – Nel corso del 2016 è stato realizzato un report informatico sulla base dei dati presenti nel sistema gestionale Ref2Ater, che ha permesso l’analisi del credito e il relativo raggruppamento per macroclassi. E’ stato preso in considerazione il periodo dal 2007 al 2016 e sono stata create tabelle riepilogative nelle quali sono stati ricondotti gli incassi all’anno di origine del credito”.

L’Ater poi ha avviato un programma di recupero morosità con 15909 diffide inviate a inquilini di negozi, abitazioni, eredi di alloggi con rapporto di locazione cessato.
La strada per fare ordine nei conti dell’Ater è però ancora decisamente lunga. Ma fatta chiarezza sui crediti in pancia alla società, è più facile che tutti i nodi vengano al pettine. Soprattutto perchè, sulla base dell’analisi effettuata, è stato registrato un livello di “inesigibilità di crediti verso utenti pari al 41%”. Di conseguenza è stato adeguato il fondo svalutazione crediti con un impatto da 111 milioni sul bilancio 2016 ed è stato aggiornata la cifra di pigioni ancora da riscuotere per un “valore presumibile di realizzo crediti” pari a 462 milioni. Senza contare che all’orizzonte c’è la possibilità di un cambio di guardia in Regione nell’imminente tornata elettorale.

Per ora l’Ater, azienda pubblica da 460 dipendenti di cui poco meno della metà quadri e funzionari, galleggia. Il governatore Nicola Zingaretti ha appena nominato il nuovo commissario Pasquale Basilicata e il direttore generale Edmonda Rolli che resteranno in carica fino alle prossime elezioni. Poi, nuovo giro, nuova corsa alla ricerca di un equilibrio di bilancio ispirato ai corretti principi di solidarietà sociale sulla base dei quali l’Ater è nata.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014