18 Febbraio 2022
La Gioconda potrebbe avere una "gemella", a Montecitorio. Il dipinto, molto simile a quello esposto al Louvre di Parigi, è stato rinvenuto in un deposito a Montecitorio, "forse, realizzato dalla bottega di Leonardo da Vinci, magari, con la sua stessa collaborazione", ha spiegato il questore della Camera Francesco D’Uva.
La tela si troverebbe nei magazzini della Camera dei Deputati dal 1925, dopo essere stata trasportata dalla Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Barberini (dove era pervenuta nel 1892), ma tutti se ne sarebbero dimenticati, giudicandola, per tutto questo tempo, una copia di scarso valore. Dopo le analisi degli esperti è stato riscontrato che il dipinto è del 500, proviene dalla collezione Torlonia e, con una radiografia ai raggi infrarossi, è stato scoperto che alcune correzioni sono identiche alla Monna Lisa custodita nel museo della "ville lumière".
Sul sito parlamentare Arte Camera c'è una scheda che riguarda la tela, definita "una copia che aspira a replicare diligentemente il suo modello". Gli storici dell'arte Antonio e Maria Forcellino, in un contributo al catalogo di una mostra romana su Leonardo che si è tenuta nel 2019, ne hanno sottolineato la qualità. Secondo loro, certi tratti del paesaggio e le velature degli incarnati "sono di una trasparenza che echeggia in maniera puntuale la tecnica esecutiva di Leonardo operata nel dipinto del Louvre", anzi "la tecnica pittorica è così raffinata dal lasciar presupporre che lo stesso Vinci abbia messo mano alla definizione chiaroscurale del volto".
Di parere diverso Rossella Vodret, ex soprintendente di Roma, che invece aveva schedato il dipinto nel 2005 definendolo di "qualità non alta". Della stessa opinione il collega Claudio Strinati: "E' plausibile che si tratti di un'opera della bottega di Leonardo. Ma quanto al fatto che ci sia la mano del maestro, a parer mio è un dipinto di media qualità che non sembra denotare l'impronta di una mano eccelsa qual era quella di Leonardo".
Su tutti prova a imporsi Sgarbi, che a Montecitorio è di casa come parlamentare di Forza Italia e che, anni fa, fu il presidente di una commissione per la restituzione ai musei delle opere di particolare importanza in deposito nei palazzi pubblici. Non usa mezzi termini: "Macché seconda Gioconda", esplode lapidario "quella è una modesta tela. Non un capolavoro", dice "semmai roba da arredamento". Proprio la legge, ricorda l'ex sottosegretario ai beni culturali, prevede che le pubbliche istituzioni possano chiedere ai musei di prestare loro opere custodite nei depositi per arredare sale aperte al pubblico, come da anni è a Montecitorio. "Tutto quello che meritava di essere restituito ai musei lo è stato nei decenni scorsi attraverso una commissione che io ho guidato". Secondo Sgarbi, la copia di Leonardo è stata "dipinta almeno 70 anni dopo la sua morte e non ha alcun valore artistico".
Sta di fatto che, ora, il quadro ora è custodito nella sala Aldo Moro: "La Camera dei Deputati è il luogo adatto, riceve oltre 200mila visitatori l'anno, tra i quali più di 60mila studenti", spiega Francesco D' Uva.
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