Alì ed il sogno di una bicicletta

Ventuno anni, pakistano. Vive a Scicli, ospite di una benefattrice che lo ha accolto da tre anni. Una convivenza alla pari, la sua, in una casa in campagna dove ha trovato il suo rifugio e da dove si vede il mare. Alì è arrivato in Italia a bordo di un barcone. Partito dal Pakistan, dove viveva in un villaggio assieme ai genitori ed ai fratelli, ha intrapreso un lungo viaggio che lo ha portato in Occidente. E’ arrivato in Italia a bordo di una barca. Dalla Grecia l’approdo è stato la costa di Crotone dove è finito in carico ad un centro di accoglienza per minori non accompagnati.

Il lungo viaggio dal Pakistan in Italia

Una rotta pericolosa quella percorsa da Alì nel lungo viaggio durato due anni. Ha oltrepassato le frontiere di Iraq ed Iran fino a raggiungere la Turchia. E’ qui la prima esperienza con il dolore. “Tutti i compagni con i quali viaggiavo sono stati uccisi – racconta – per me frustate. A terra ho finto di essere morto per riuscire a salvarmi. Poi, dopo alcuni mesi di attesa, sono partito ed ho raggiunto la Grecia assieme ad altri compagni. Da qui, saliti su un barcone, siamo riusciti a raggiungere l’Italia. A Crotone sono stato accompagnato in un centro e poi affidato a questa giovane benefattrice con la quale oramai vivo da anni a Scicli. Assieme a loro due giovani che durante le ore del giorno vivono con loro”. Il giovane Alì, oggi, è in regola con i documenti ed ha l’asilo in Italia.

Per lui piccoli lavoretti

Vive di carità. Ma il suo sogno è fare l’elettricista con un percorso di apprendistato che è già all’orizzonte, non lontano. Alì, buono, dolce, sorriso sulle labbra, non chiede nulla. A lui basta tutto quello che ha e quello che gli arriva dalla provvidenza. In questi giorni un medico dal cuore d’oro lo sta seguendo per un ascesso al volto. “Mi ha detto che presto passerà, sono contento, il dottore è bravo” – dice. Il giovane Alì che ha imparato a rifare il letto all’occidentale con lenzuola e coperte ben sistemate lasciando nei ricordi i giacigli in cui ha passato notti e giorni in attesa di raggiungere l’Italia. Da qui il pensiero ai genitori ed ai fratelli rimasti in Pakistan.

Ha un sogno Alì

Lavorare ed avere una bicicletta, se fosse elettrica sarebbe bellissmo. Forse è troppo. Intanto sto con la mia amica che mi fa da mamma e da sorella. E soprattutto rispetta la mia fede e quanto sento di fare”. Le dà una mano, vivono di poco, ma sono felici. Alì ed il suo sorriso toccano il cuore. Ha iniziato il Ramadan. Quando lo incontriamo lo sentiamo pregare dopo aver fatto la doccia ed essersi lavato per presentarsi, in preghiera e puro, al suo Allah. Poi la cena, frugale, per riprendere poi il digiuno.  

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