Guardia di Finanza: prostituzione in un centro-benessere gestito da una cittadina cinese. Denunciate quattro persone

Di Armando Modesto

PADOVA. Quel centro-benessere aveva un troppo fitto viavai di uomini e, come se non bastasse, era stato anche dettagliatamente “recensito” da alcuni clienti, per questo, quando i Finanzieri del Comando Provinciale di Padova hanno fatto il loro ingresso, hanno trovato proprio la situazione che si attendevano e che non era quella ufficiale.

È questa, in estrema sintesi, la cronaca di un’ulteriore scoperta di un locale dove si esercitava il meretricio, anche in questo caso gestita da una cittadina di nazionalità cinese che aveva impiantato tale attività in un comune della provincia patavina, e nel quale i militari delle Fiamme Gialle hanno inizialmente eseguito un controllo per verificare le posizioni del personale impiegato al suo interno.

Un’autopattuglia della Guardia di Finanza

Come premesso sopra, tale verifica era stata preceduta da una delle quotidiane attività di controllo economico del territorio, ed era stato proprio durante una di queste che i Baschi Verdi del Gruppo di Padova si erano accorti di strani andirivieni nel locale.

A questo punto i militari hanno così proceduto ai preliminari approfondimenti investigativi, scoprendo in breve tempo che quel centro-benessere appariva in numerosi annunci pubblicizzati su siti di incontri per adulti e con tanto di foto di giovani ragazze in pose ammiccanti, ma soprattutto con diversi “pareri” di clienti che non lasciavano adito a dubbi circa la reale natura delle prestazioni lì eseguite.

Sulla base di queste iniziali risultanze, congiuntamente ai dipendenti dell’ULSS 6 Euganea e con l’ausilio degli operatori specializzati Anti-tratta della Regione Veneto, veniva pianificato e avviato il relativo intervento necessario a “cristallizzare”, anche sul piano probatorio, la situazione che si sarebbe poi riscontrata nel locale.

Già durante le prime fasi dell’accesso i Finanzieri appuravano la presenza di cinque donne cinesi nonché della responsabile dell’attività. Due delle ragazze sono state, peraltro, raggiunte dal controllo ed identificate mentre erano intente a prostituirsi.

Nella successiva perquisizione i Finanzieri costatavano anche una commistione tra i luoghi di lavoro con quelli di dimora, trovati questi in condizioni di visibile degrado a causa delle evidenti carenze igieniche oltre che degli impianti non a norma.

Nel desolante quadro apparso agli operatori veniva inoltre riscontrata la presenza di diverse telecamere installate per sottoporre a videosorveglianza le lavoratrici, obbligate a lavorare durante l’intera giornata, nonché a consegnare alla loro “maitresse” le somme incassate.

L’accesso dei Finanzieri nel centro benessere

La situazione di totale illecito veniva confermata anche dai relativi controlli documentali, dai quali emergeva come le massaggiatrici non fossero stare regolarmente mentre l’attività dichiarata, formalmente amministrata da una cittadina italiana, era di fatto svolta senza alcun tipo di autorizzazione.

Due delle ragazze identificate nel locale, per di più, risultavano irregolari sul territorio dello Stato, con una addirittura sprovvista di passaporto.

A conclusione dell’intervento i Finanzieri hanno pertanto denunciato alla competente Autorità Giudiziaria la responsabile del centro oltre alla rappresentante legale della società, le quali dovranno ora rispondere dei reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento del lavoro e della prostituzione, mentre le due ragazze irregolarmente presenti in Italia sono state deferite per violazione delle norme che regolano l’ingresso e il soggiorno nel territorio dello Stato.

Atteso che per la vigente normativa tributaria ogni profitto – anche se di natura illecita – è sottoposto a tassazione, sono stati avviati approfondimenti finalizzati alla quantificazione di quanto probabilmente è stato sottratto all’Erario.

Resta comunque inteso che, per il principio della presunzione di innocenza costituzionalmente previsto e garantito, ogni responsabilità penale delle persone coinvolte sarà definitivamente accertata solo ove intervenga nei loro confronti una sentenza irrevocabile di condanna.

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