Cronaca

Migranti, il sindaco di Riace dopo l'appello di Saviano: "Verso lo sblocco dei fondi per i rifugiati"

L'annuncio di Mimmo Lucano preludio di una svolta: "I rilievi sulla gestione dei finanziamenti fatti dalla Prefettura si sono rivelati infondati"

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Marcia indietro del ministero dell'Interno. Dopo quasi due anni di blocco, i finanziamenti destinati ai progetti di accoglienza di Riace, il borgo in provincia di Reggio Calabria divenuto simbolo mondiale di integrazione, potrebbero essere ripristinati. Ad annunciarlo è stato il sindaco Mimmo Lucano, qualche anno fa inserito da Fortune fra i 50 uomini più influenti al mondo proprio per il suo rivoluzionario modello di integrazione di profughi e rifugiati. La svolta dopo l'appello lanciato su Repubblica dallo scrittore Roberto Saviano.[[ge:rep-locali:repubblica:205245088]]"Pare che qualcuno al ministero dell'Interno si sia reso conto che non solo devono ripristinare i finanziamenti, ma anche restituire i crediti pregressi", ha detto alla serata organizzata da "Reggio Non tace", movimento antimafia della città calabrese dello Stretto che ha fatto della gratuità dell'impegno la propria bandiera. "Da Roma ci hanno detto che la situazione si sta normalizzando, perché i rilievi sulla rendicondazione dei finanziamenti, fatti dalla prefettura, si rivelati infondati. Il processo è in itinere, ma a quanto pare dovranno restituirci anche i fondi che nel 2017 ci hanno negato", spiega il sindaco, negli ultimi mesi impegnato in uno scontro durissimo con il Viminale.

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Più volte il ministro Matteo Salvini ha riservato parole di fiele a Riace e al suo primo cittadino, più volte definiti "uno zero" e bacchettati pubblicamente per una presunta rendicontazione infedele dei finanziamenti ricevuti. Tutte accuse che proprio il Viminale di Salvini adesso sembra ritenere assolutamente infondate.
"Per anni - spiega il sindaco - i bonus (una sorta di moneta sostitutiva utilizzata per favorire il commercio interno al borgo e nelle zone limitrofe, ndr) sono stati portati come esempio innovativo e virtuoso per aggirare la mancanza di puntualità del ministero nell'erogazione dei fondi per i servizi. E si tratta di servizi inderogabili. Perché il latte in farmacia per i neonati si deve comprare, le persone devono mangiare. A un certo punto, senza spiegare il perché, hanno detto che questo sistema non andava bene".

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Lo stesso è successo per le borse lavoro, che hanno trasformato in benzina per progetti di lungo periodo i 35 euro giornalieri che lo Stato destina alle cooperative che si occupano dell'assistenza ai rifugiati. Rilievi finiti in una relazione prefettizia, che hanno costretto la procura di Locri ad aprire un'inchiesta. "C'è stata una seconda ispezione prefettizia assolutamente positiva, tuttavia per mesi se ne sono perse le tracce. Ma la verità comincia ad emergere", afferma Lucano, provato dal duro scontro degli ultimi mesi.
Per difendere la "sua" Riace ed i 300 rifugiati che da tempo lì hanno trovato casa, ripopolando un paese spogliato dall'abbandono dei suoi abitanti originari, non si è risparmiato. Anche perché - spiega - in ballo c'era la possibilità di sopravvivenza di centinaia di persone, che a Riace ci sono nate o hanno trovato una nuova casa. Grazie al rivoluzionario sistema di accoglienza che apre ai migranti le case abbandonate dai suoi vecchi proprietari, fa rivivere i laboratori di antichi mestieri e anima nuovi progetti, nel piccolo borgo calabrese è nata una microeconomia che ha portato benefici anche alle attività dei paesi limitrofi, ha creato posti di lavoro per i giovani della zona e ha fatto conoscere Riace al mondo intero.