Cronaca

Migranti, la denuncia di Mediterranea: gommone riportato in Libia

La nave Mediterranea 
La missione di Ong e Onlus impegnata da qualche giorno nel Canale di Sicilia denuncia che un gruppo fra i 20 e i 40 profughi è stato rimandato indietro in violazione delle norme internazionali. "Saranno nuovamente imprigionati, ricattati e sottoposti a condizioni inumane"
1 minuti di lettura
ROMA - Un gommone con a bordo tra i 20 e i 40 migranti, intercettato in mare, è stato ricondotto sulle coste libiche. A denunciarlo è Mediterranea, la missione di Ong e Onlus impegnata in un'attività di monitoraggio, testimonianza e denuncia in mare. Nel pomeriggio di ieri, intorno alle 18, riferisce una nota, la nave Mare Jonio di Mediterranea, nel corso delle sue attività di monitoraggio, ha ricevuto dall'aereo di ricognizione Colibrì di Pilotes Volontaires che opera in partnership con Sea-Watch la segnalazione di un gommone in difficoltà a 78 miglia dalla Libia, con a bordo tra le 20 e le 40 persone secondo diverse fonti.

"Come prevede la procedura, da bordo si è immediatamente provveduto a contattare Mrcc Italia comunicando anche che ci stavamo dirigendo verso la zona individuata. Da Roma - spiega Mediterranea - ci è stato risposto che il coordinamento dell'intervento era già stato assunto dalla cosiddetta Guarda costiera libica e che, in caso di bisogno, saremmo stati contattati da loro. Abbiamo provato quindi a metterci in comunicazione coi libici ma non hanno mai risposto alle chiamate.Memori degli eventi in cui l'intervento libico ha causato la morte delle persone da soccorrere, abbiamo deciso comunque di andare a verificare la situazione sul posto, facendo rotta sulla zona insieme alla nave Astral di Proactiva Open Arms, dopo avere avvertito Roma. Solo alle 22.10 Imrcc ha confermato che la Libia aveva operato l'intervento, intercettando il gommone. Le persone che erano a bordo sono state tutte presumibilmente ricondotte forzatamente sulle coste libiche".

Monitoraggio, racconto, denuncia: questi i principali obiettivi di Mediterranea - ricorda la nota - Grazie alla nostra operazione di monitoraggio, al nostro essere in mare, possiamo raccontare che stanotte, come da mesi avviene in conseguenza degli accordi tra l'Italia e la Libia, altre persone naufraghe non sono state portate in un porto sicuro come prevedrebbero invece tutte le norme giuridiche, oltre che morali, che pongono la tutela dei diritti fondamentali sopra ogni cosa. Denunciamo quindi, stando a tutti i dati raccolti, che sono state invece forzatamente ricondotte a soffrire in un paese dove troveranno solo violenza. Saranno nuovamente imprigionate, ricattate, sottoposte a condizioni inumane e poi rimesse su un gommone con grandi probabilità di colare a picco, come succede ogni giorno".