Cronaca

Riace, Mimmo Lucano al tribunale del riesame: "Se esiste un diritto tornerò libero"

Per prima ha parlato la compagna Lemlem Tesfahun. Il sindaco, ora sospeso, ha dato spiegazioni su un matrimonio e sull'appalto per la gestione dei rifiuti. Stasera o domani la decisione

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REGGIO CALABRIA. "Se esiste un diritto ancora in Italia spero di tornare libero nelle prossime ore". All'uscita dell'udienza del tribunale del riesame Mimmo Lucano commenta così quanto accaduto dinanzi ai giudici del tribunale del riesame di reggio Calabria che dovranno decidere sulla revoca dela custodia cautelare nei suoi confronti. La decisione verrà depositata tra stasera e domani.

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Lucano ha ribadito: "Riace non morirà, andremo avanti con un'accoglienza autonoma. Adesso sono io che voglio uscire dal sistema Sprar, non voglio avere più niente a che fare con un governo che non rispetta i diritti umani". Il sindaco ha poi replicato al prefetto Morcone, che ieri aveva ricordato come il governo negli anni scorsi avesse già avvertito il sindaco delle irregolarità nelle procedure e ha detto: "Morcone si ricordi quando dalla sera al giorno dopo ci mandò 400 immigrati. Come avremmo potuto fare ad ospitarli senza un affidamento diretto della gestione della loro accoglienza?"

Stamattina, seduto su una panchina del corridoio al piano terra del Palazzo di giustizia, visibilmente teso, Mimmo Lucano aspettava di sapere se oggi sarà il giorno in cui, dopo due settimane, potrà tornare libero nella sua Riace, dove da due settimane è costretto agli arresti domiciliari dall'ordinanza del gip di Locri che lo accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e assegnazione illecita dell'appalto dei rifiuti.

Prima di Lucano è comparsa davanti al tribunale del Riesame Lemlem Tesfahun, la compagna etiope del sindaco che ha chiesto la revoca del provvedimento che la obbliga a stare lontano da Riace. La donna è accusata di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Avrebbe tentato di far entrare illegalmente in Italia suo fratello combinando un falso matrimonio grazie ai documenti che le avrebbe fornito Lucano. La donna ha pianto davanti ai giudici respingendo le accuse. Poi è uscita accompagnata dal suo avvocato senza rilasciare alcuna dichiarazione .
[[ge:rep-locali:repubblica:209096253]] Lucano ha parlato prima con i giudici del Tribunale del Riesame che dovrà pronunciarsi sull'istanza di scarcerazione presentata dai suoi avvocati. Non una parola con i tanti giornalisti e le troupe televisive che affollano l'atrio. Ai giudici ha dato giustificazioni sulle sue scelte per l'assegnazione diretta dell'appalto ad una cooperativa formata da riacesi e da immigrati non iscritta all'albo e sulla celebrazione di un matrimonio che, secondo la Procura, sarebbe stato un matrimonio di comodo per consentire ad una ragazza migrante di rimanere in Italia.

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Al Riesame la Procura della Repubblica di Locri ripropone invece tutta la serie di pesantissimi presunti illeciti nella gestione dei fondi per l'accoglienza che sono stati cassati dal gip che ha ritenuto non provati e quindi penalmente non rilevanti gli addebiti sulla mancata rendicontazione di circa due milioni di euro.
Proprio per la complessità e la delicatezza dell'udienza, che arriva a pochi giorni dalla decisione del Viminale di sospendere l'erogazione dei fondi per l'accoglienza a Riace e di revocare i progetti Sprar con il probabilissimo trasferimento altrove dei migranti ospiti ( rimasti adesso senza sostentamento), non è detto che il Tribunale del Riesame prenda oggi una decisione. Potrebbe anche riservarsi e depositare il verdetto nei prossimi giorni.