CATANZARO - Grazie a politici come l'ex sottosegretario Giuseppe Galati, anche ambulanze e trasporto sanitario a Lamezia Terme sono affare di 'ndrangheta. Lo ha scoperto la procura antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, che per questo ha chiesto e ottenuto l'arresto di 24 persone (12 in carcere e 12 ai domiciliari) e il sequestro di beni del valore di 10 milioni di euro, eseguito dagli uomini della Guardia di finanza di Catanzaro, con il supporto dello Scico di Roma.
A gestirlo dal 2010 fino al 2017 è stato il gruppo Putrino, espressione imprenditoriale del clan Iannazzo-Daponte-Cannizzaro, che dopo aver vinto una gara nel 2009, negli anni ha continuato ad operare grazie a reiterate e assolutamente illegittime proroghe, ottenute solo grazie ai rapporti privilegiati con dirigenti dell'Asp come Giuseppe Perri, ex commissario straordinario e fino allo scorso agosto direttore generale, l'ex direttore amministrativo Giuseppe Pugliese, ed Eliseo Ciccone.
In ospedale, le due società avevano instaurato un regime di terrore. Con medici e infermieri ridotti al silenzio, i dipendenti dei due gruppi mafiosi controllavano di fatto l'ospedale, avevano le chiavi di alcuni reparti e del deposito farmaci e consultavano impunemente anche i computer per accedere ai dati sensibili dei pazienti. Un vero e proprio monopolio che i clan sono riusciti ad instaurare grazie ai rapporti mediati dall'ex consigliere Muraca e dall'ex sottosegretario Galati.
In manette politici e amministratori
In manette sono finiti gli uomini del clan Iannazzo-Da Ponte - Cannizzaro e i loro uomini di fiducia, mentre sono ai domiciliari l'ex deputato di centrodestra e sottosegretario, Pino Galati, più l'ex consigliere comunale di Lamezia, Luigi Muraca, più diversi dirigenti e funzionari Asp come l'ex direttore generale Giuseppe Perri, l'ex direttore amministrativo Giuseppe Pugliese, Giuseppe Luca Pagnotta e Francesco Serapide ed Eliseo Ciccone, di recente già coinvolto nell'indagine sugli appalti "aggiustati" per assegnare il servizio regionale di elisoccorso a società "amiche".Le mani su ambulanze e servizi funebri
Partita da approfondimenti su ramificazioni e affari del clan Iannazzo-Daponte - Cannizzaro, l'inchiesta "Quinta bolgia" è arrivata fino alle stanze della politica, dove gli accordi fra imprenditori dei clan e Asp sono stati mediati. Per gli investigatori l'ex sottosegretario Galati e l'ex consigliere comunale Luigi Muraca sarebbero infatti "l'anello di congiunzione" fra i clan e la dirigenza Asp, che ha permesso ad imprese di 'ndrangheta di assumere il controllo totale del settore delle autoambulanze sostitutive del servizio pubblico, delle onoranze funebri, della fornitura di materiale sanitario e del trasporto sangue.A gestirlo dal 2010 fino al 2017 è stato il gruppo Putrino, espressione imprenditoriale del clan Iannazzo-Daponte-Cannizzaro, che dopo aver vinto una gara nel 2009, negli anni ha continuato ad operare grazie a reiterate e assolutamente illegittime proroghe, ottenute solo grazie ai rapporti privilegiati con dirigenti dell'Asp come Giuseppe Perri, ex commissario straordinario e fino allo scorso agosto direttore generale, l'ex direttore amministrativo Giuseppe Pugliese, ed Eliseo Ciccone.