REGGIO CALABRIA. Per anni è stato la sede e il simbolo di una rete di potere massonico e mafioso che ha schiacciato Reggio Calabria, ma da oggi è solo macerie. Il circolo Posidonia, quartier generale dell'avvocato Paolo Romeo, considerato il capo della direzione strategica della 'ndrangheta reggina, è stato abbattuto. Le ruspe sono arrivate questa mattina, per ordine del Comune di Reggio Calabria e del suo sindaco, Giuseppe Falcomatà, e in poche ore hanno raso al suolo la struttura, da tempo sotto sequestro. "È importante che i cittadini vedano concretamente qual è l'impegno dell'amministrazione comunale contro la 'ndrangheta e la corruzione. Le parole non bastano, questa è una battaglia che si deve portare avanti con gesti concreti - spiega Falcomatà - Ecco perché qualche giorno fa abbiamo concesso un immobile confiscato ad un'imprenditrice cui circa un mese fa è stato bruciato il locale, ecco perché oggi abbattiamo una struttura abusiva che è stata sede di un circolo al centro di note vicende giudiziarie".
Costruito a pochi metri dal mare e totalmente abusivo, il circolo negli anni Ottanta era un rinomato ristorante, poi è stato rilevato dall'avvocato Romeo. Ex missino ma mandato in parlamento dal Psdi, responsabile della latitanza del terrorista nero Franco Freda, Romeo, in passato già condannato per concorso esterno, oggi è nuovamente sotto processo. Per i magistrati è lui il grande tessitore delle trame massonico-mafiose che hanno soffocato Reggio Calabria. Progetti criminali elaborati all'interno del circolo oggi abbattuto, che all'avvocato ha offerto per anni anche un'ottima copertura.
Formalmente sede di un'associazione di pescatori e amanti del mare, per i giudici non era che "un mero simulacro formale, funzionale ad occultare il gruppo di persone e di potere che, guidate dal Romeo, esercitano la loro influenza decisoria sulle determinazioni delle pubbliche amministrazioni, di altri poteri dello Stato e sulle locali dinamiche imprenditoriali". Il circolo era la sede di una vera e propria associazione segreta in odor di massoneria tramite cui Romeo ha legato a sé magistrati, politici, preti e funzionari pubblici.
Anche grazie a loro, su quella struttura totalmente abusiva ogni anno arrivava una pioggia di finanziamenti pubblici per l'annuale "Festa del mare", appuntamento che a Romeo serviva indirizzare il dibattito pubblico e istituzionale su temi compatibili con i suoi progetti criminali. Per questo, negli ultimi anni il Posidonia è diventato il centro nevralgico delle attività del Forum 2020, l'associazione voluta dall'avvocato dei clan per mettere le mani sulla città metropolitana e sui fondi che ne avrebbero accompagnato la nascita. Un progetto sfumato quando Romeo è stato arrestato, ma che ha curato e difeso con interrogazioni presentate da politici compiacenti alla Provincia e in Parlamento, tramite materiale, libri e brochure stampati a spese di diversi enti pubblici, e grazie all'ex senatore Antonio Caridi, oggi a processo per concorso esterno, è stato presentato persino in commissione Affari costituzionali in Senato. Un progetto che puntava a regalare ai clan la città metropolitana.
Costruito a pochi metri dal mare e totalmente abusivo, il circolo negli anni Ottanta era un rinomato ristorante, poi è stato rilevato dall'avvocato Romeo. Ex missino ma mandato in parlamento dal Psdi, responsabile della latitanza del terrorista nero Franco Freda, Romeo, in passato già condannato per concorso esterno, oggi è nuovamente sotto processo. Per i magistrati è lui il grande tessitore delle trame massonico-mafiose che hanno soffocato Reggio Calabria. Progetti criminali elaborati all'interno del circolo oggi abbattuto, che all'avvocato ha offerto per anni anche un'ottima copertura.
Formalmente sede di un'associazione di pescatori e amanti del mare, per i giudici non era che "un mero simulacro formale, funzionale ad occultare il gruppo di persone e di potere che, guidate dal Romeo, esercitano la loro influenza decisoria sulle determinazioni delle pubbliche amministrazioni, di altri poteri dello Stato e sulle locali dinamiche imprenditoriali". Il circolo era la sede di una vera e propria associazione segreta in odor di massoneria tramite cui Romeo ha legato a sé magistrati, politici, preti e funzionari pubblici.
Anche grazie a loro, su quella struttura totalmente abusiva ogni anno arrivava una pioggia di finanziamenti pubblici per l'annuale "Festa del mare", appuntamento che a Romeo serviva indirizzare il dibattito pubblico e istituzionale su temi compatibili con i suoi progetti criminali. Per questo, negli ultimi anni il Posidonia è diventato il centro nevralgico delle attività del Forum 2020, l'associazione voluta dall'avvocato dei clan per mettere le mani sulla città metropolitana e sui fondi che ne avrebbero accompagnato la nascita. Un progetto sfumato quando Romeo è stato arrestato, ma che ha curato e difeso con interrogazioni presentate da politici compiacenti alla Provincia e in Parlamento, tramite materiale, libri e brochure stampati a spese di diversi enti pubblici, e grazie all'ex senatore Antonio Caridi, oggi a processo per concorso esterno, è stato presentato persino in commissione Affari costituzionali in Senato. Un progetto che puntava a regalare ai clan la città metropolitana.