Cronaca

Migranti, perché va fermata la campagna anti ong

L'iniziativa "Non siamo pesci" che mobilita scrittori e intellettuali ha raccolto migliaia di firme in poche ore. Alle 17 davanti a Montecitorio il presidio

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Mors tua mors mea, vita tua vita mea, scrive Alessandro Bergonzoni raccontando la sua adesione all’appello che “prende sempre più corpo per prendere corpi”: “Non siamo pesci”, promosso da Luigi Manconi e Sandro Veronesi. Quasi un miracolo: migliaia di firme in poche ore. Contro la politica cinica ma soprattutto inefficace, che ha preso a ostacolare in tutti modi le Ong che fanno salvataggio in mare. Provando ad accusarle di ogni nefandezza, a partire dalla più spaventosa: di essere causa di ciò che combattono, arginano, provano a mitigare perché non diventi l’olocausto che minaccia di essere.

“Fattore di attrazione”, “taxi del mare”, e altre amenità simili vanno e vengono su bocche deformate da un livore che non si spiega se non con ragioni di consenso spicciolo, di elettorale miopia. Io sto affogando, qualcuno tende la mano e tu provi a tagliargliela: e se quello in mare fosse tuo fratello? Rimaniamo senza fiato per giorni, pensando a un bambino caduto in un pozzo profondo, ma dove va a finire la nostra empatia quando si parla di naufragi, centinaia, migliaia di persone che muoiono coperte di benzina, strette l’una all’altra nelle stive orrorose delle navi, a poche miglia dalla terra?
Nello stesso mare in cui, vacanzieri, facciamo il bagno felici. Ci sarebbe solo una spiegazione, ma anche soltanto nominarla è nefando: pensiamo che quelle persone che affogano valgano meno di noi. Perché sono stranieri, neri, poveri, disperati… Ma non è vero, non lo pensiamo. E se non lo pensiamo, dobbiamo salvarli e poi farli scendere dalle navi in cui sono sequestrati senza alcuna colpa. “Non siamo pesci”, come ha detto Fanny fuggita dalla guerra in Congo e rimasta per 19 giorni sulla nave di Sea Watch, senza capire perché non li facessero sbarcare.

Domani lunedì 28 gennaio alle 17, davanti a Montecitorio. Un presidio che sostiene la proposta di una commissione d’inchiesta e una missione in Libia. Che chiede conto delle scelte compiute dal nostro governo. Prima fra tutti quella di lasciare consumare energia e carburante, vagando su e giù per il Mediterraneo, a barche cariche di uomini, donne e bambini. Infreddoliti e spaventati, in fuga. Immaginando, di nuovo in modo cinico e soprattutto inefficace, che questa ordalia serva di lezione. L’Italia, l’Europa, pensano di convincere a non partire persone disposte a mettersi in mare di notte su un gommone sgonfio pieno all’inverosimile, mostrando loro la fermezza delle braccia incrociate davanti a un piatto di fettuccine. Apriamo i porti, ma soprattutto accendiamo il cervello.

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Elena Stancanelli è una delle firmatarie dell’appello “nonsiamopesci”, sottoscritto nelle ultime ore da numerosi intellettuali, da Roberto Saviano a Elena Ferrante. I promotori hanno convocato un presidio domani alle 17 in piazza Montecitorio a Roma.