Cronaca

Venezia, 50 custodie cautelari per camorra e sequestro di 10 milioni di euro

Operazione "At Last" contro la camorra infiltrata in Veneto. Il magistrato: "Controllo del territorio mai sperimentato in questi termini"

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VENEZIA. Cinquanta misure di custodia cautelare per associazione a delinquere di stampo mafioso e sequestri preventivi per beni e valori pari a 10 milioni di euro: è l'operazione 'At Last' della procura distrettuale della Repubblica di Venezia che ha inferto un duro colpo alla camorra infiltrata in Veneto. Gli arresti sono scattati a Venezia, Casal di Principe, in provincia di Caserta, e in altre località.

L'operazione diretta dalla Procura veneziana vede la partecipazione di oltre 300 uomini del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (Scico), della Guardia di Finanza di Roma, del Servizio Centrale Operativo (Sco), della Polizia e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Venezia. I particolari dell'operazione saranno comunicati dal procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho e dal procuratore distrettuale di Venezia Bruno Cherchinella tarda mattinata.

"Questa operazione per la prima volta ha accertato la presenza della criminalità organizzata strutturata nel territorio veneto, profondamente penetrata settore economico e bancario". Lo ha detto il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi, illustrando l'operazione anticamorra in Veneto. "Si è trasferito in questa zona del Veneto un controllo del territorio che di norma non era stato ancora accertato in questi termini". Per il magistrato "anche molti locali ed esercenti pubblici garantivano la presenza della criminalità organizzata, che dava garanzie di stabilità". L'attività del sodalizio criminale si declinava "nella commissione di svariati delitti, dal riciclaggio all'usura, alle rapine, e soprattutto - ha puntualizzato il procuratore - un'attività estorsiva che passava attraverso l'organizzazione di strutture societarie che venivano create con l'obiettivo di farle fallire, lasciando i soggetti entrati in contatto nelle condizioni di creditori insolventi. Questa attività non era disgiunta dalle più classiche attività dello spaccio di sostanze stupefacenti, della gestione della prostituzione, dell'introduzione di lavoratori in maniera illegale nelle imprese.