Cronaca

Strage in Nuova Zelanda, Salvini: "Direttive per evitare emulazione"

Il ministro dell'Interno: "Rinnovata attività di monitoraggio per sventare eventuali ritorsioni". "Tarrant non aveva legami con l'Italia". "Sono oggetto continuo di minacce da gruppuscoli"

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Potenza. Evitare il rischio di emulazione o di “reazione” sul territorio italiano: sono le direttive impartite dal Viminale dopo la strage di Christchurch in Nuova Zelanda. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ieri era stato criticato per l'affermazione che "l'estremismo pericoloso è quello islamico", ha partecipato alla riunione del Comitato di analisi strategica antiterrorismo, poi è tornano sul tema a Potenza, incontrando i giornalisti in prefettura a margine della sigla di un protocollo antiracket.

“Non ci sono evidenze di rischi organizzati. Il presidio c’era e c’è, ma non ci saranno contingenti di uomini perché il fatto di sangue delle ultime ore non è riconducibile a una rete, un legame, una strategia, ma a degli infami delinquenti che non si possono commentare. Stiamo attenzionando che non ci siano azioni o reazioni dall’una o dall’altra parte in territorio italiano”, ha sottolineato Salvini.

Sulle polemiche suscitate dalle sue dichiarazioni sull”estremismo islamico come "unico pericoloso”, il leader leghista ha risposto così a Repubblica: “Premesso che, se anche dico buongiorno, si solleva la polemica, ribadisco, da ministro, che gli elementi a disposizione non ci forniscono allarmi, fortunatamente, relativamente agli estremismi di cosiddetta destra e cosiddetta sinistra, anarco-insurrezionalisi, neonazisti. Sono fenomeni marginali, residuali e controllati. Il maggior numero di controlli nelle carceri, nei luoghi di aggregazione e le intercettazioni che firmo io, nonché le risultanze dei servizi di prevenzione, sicurezza e intelligence, mi dicono che, senza alcun tipo di allarmismo, il fenomeno più attenzionato è quello dell integralismo islamico”.

Quindi Salvini ha rivelato: “A volte chiedo io stesso queste informazioni, visto che sono oggetto di quotidiane minacce di morte da parte di gruppi e gruppuscoli, ma i servizi di sicurezza mi dicono con tutte le cautele del caso di non preoccuparmi perché sono assolutamente marginali. Dunque ci concentriamo su un rischio non italiano ma internazionale”. A chi gli chiedeva se, in questo modo, non si corra il rischio di sottovalutare gli estremismi, il ministro ha replicato: “No, perché le indicazioni sono soprattutto dei servizi di sicurezza che prescindono da scelte o valutazioni politiche, sono criteri oggettivi e pratici. Il singolo episodio, legato al singolo delinquente criminale o fuori di testa, non è prevedibile cento volte su cento. Ma a livello di organizzazione, infiltrazione, proselitismo, il rischio più attenzionato in Italia è quello dell’estremismo islamico”.

Ciò nonostante, quanto accaduto in Nuova Zelanda ha imposto, come fanno sapere fonti del Viminale, la discussione su direttive per una "rinnovata attività di monitoraggio" per evitare il rischio di emulazione e l'eventualità di ritorsioni ad opera di ambienti radicali" dopo gli attentati di ieri in Nuova Zelanda contro due moschee. Le direttive sono state impartite alle forze di polizia italiane che hanno garantito massima collaborazione internazionale nell'ambito delle attività di intelligence e prevenzione. 

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Durante il comitato, spiegano fonti del Viminale, è stata analizzata la storia personale del terrorista Benton Tarrant, il cui nominativo non era mai stato evidenziato ai nostri apparati di sicurezza, anche dopo un ulteriore approfondimento dei suoi contatti all'estero. “Non sono emersi legami tra l'attentatore e l'italia - ha detto al termine della riunione il ministro - ma i nostri apparati di sicurezza restano vigili per monitorare la situazione. Abbiamo la fortuna di contare su forze di polizia e intelligence tra le migliori al mondo, ma non abbassiamo la guardia”.