Cronaca

Migranti, la Mare Jonio entra nel porto di Lampedusa, la gdf la sequestra e convoca il comandante

A bordo della Mare Jonio 
I migranti scendono tutti a terra. La svolta dopo che i pm hanno aperto un fascicolo contro ignoti per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Salvini: "Arrestateli"
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La Mare Jonio lascia il punto di fonda ed entra nel porto di Lampedusa dove la Guardia di finanza notifica il provvedimento di sequestro. I migranti sbarcano tutti. Poi il comandante, Pietro Marrone, viene convocato d'urgenza dalle fiamme gialle di Lampedusa. Marrone si é recato in caserma accompagnato dall'armatore Beppe Caccia e dal deputato di Sinistra italiana Erasmo Palazzotto. A quanto si apprende i militari dovrebbero notificare al comandante un atto.

Il comandante è stto trattenuto nella caserma della Finanza fino alle due di notte: al momento nessuno risulta indagato.
Il comandante Pietro Marrone 
La svolta dopo che la Guardia di Finanza è salita di nuovo a bordo della nave e la Procura di Agrigento guidata da Luigi Patronaggio ha aperto un fascicolo, al momento a carico di ignoti, con l'ipotesi di reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il sequestro è probatorio, un'iniziativa della Guardia di finanza e dovrà essere confermato entro 48 dalla Procura.

"Sequestrata la nave dei centri sociali. Ottimo. Ora in Italia c'è un governo che difende i confini e fa rispettare le leggi, soprattutto ai trafficanti di uomini. Chi sbaglia paga", il commento di Salvini.

"Non ci fermiamo, siamo in pericolo di vita". La Mare Jonio risponde all'alt della Guardia di Finanza



Sono gli ultimi sviluppi del braccio di ferro sulla Mare Jonio seguiti all'invito del ministro dell'Interno:  "Arrestateli". Non ha usato mezzi termini  Matteo Salvini dopo la prima riunione del tavolo tecnico, convocato d'urgenza stamattina al Viminale Salvini, ha detto: "Se un cittadino forza un posto di blocco stradale di Polizia o carabinieri viene arrestato. Conto che questo accada". Ma al momento la Procura diretta da Luigi Patronaggio si è limitata ad aprire un fascicolo contro ignoti.

La Mare Jonio, la nave italiana del progetto Mediterranea che ieri ha salvato 49 migranti a largo della Libia, è a ridosso di Lampedusa. La Gdf è salita a bordo per acquisire documentazione. "L'ispezione è conclusa con un verbale in cui è scritto che non c'è nulla da segnalare se non che le persone a bordo sono provate", dice Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea.

Ma il tavolo tecnico ha invece evidenziato due violazioni della legge Salvini ed è proprio su questo presupposto che Salvini chiede l'arresto del comandante e del capomissione. "La mare Jonio ha disobbedito per ben due volte all'ordine della Guardia di finanza di spegnere i motori. Il mare non era mosso e non c'era pericolo di affondamento. La Mare Jonio era più vicina alla Libia e Tunisia, ma ha fatto rotta verso l'Italia sottoponendo gli immigrati ad un viaggio più lungo. La nave non ha avvisato Malta. Ha disobbedito alle indicazioni della guardia costiera libica. Un comportamento che dimostra il chiaro intento di voler portare in Italia immigrati clandestini".

Contro il ministro Salvini si è scagliato Roberto Saviano.

Il sindaco di Lampedusa Totò Martello insiste nel dire che i porti non sono chiusi e i 49 migranti sono i benvenuti. E l'ex sindaco Giusi Nicolini aggiunge: "La circolare Salvini è un'oscenità giuridica".

E sulla polemica interviene Roberto Saviano con un tweet:  "Alla vigilia del voto in Senato sul caso #Diciotti, che salverà il Ministro della Mala Vita dal rischio concreto di finire in carcere, assistiamo all'ennesimo atto da buffone sulla pelle dei migranti. Grazie @RescueMed per aver salvato 49 persone dal mare e dalle prigioni libiche"

La mattinata eras cominciata all'alba in modo concitato.


Matteo Salvini, dopo aver detto che la nave non doveva entrare in porto aveva aggiunto: "Questo non è un salvataggio ma favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. O c'è l'autorità giudiziaria, che prescinde da me, che riterrà che questo non sia stato un soccorso, perché mi sembra evidente in base agli elementi certi e ad altri che sono oggetto di approfondimento che c'è un'organizzazione che gestisce, aiuta e supporta il traffico di esseri umani, oppure il ministero dell'interno non indica nessun porto".

E Di Maio: "Non sarà un nuovo caso Diciotti". Dalla Mare Jonio a metà mattinata viene ottenuta  l'evacuazione di un migrante ventiquattrenne del Gambia che ha una sospetta polmonite. E Casarini fa un appello: "Siamo a pochi metri da Lampedusa, sarebbe strano non attraccare qui".
La Mare Jonio a ridosso di Lampedusa e la Gdf che sale a bordo 

La Giornata

I momenti di grande tensione tra la nave Mare Ionio, battente bandiera italiana, del progetto Mediterranea, e la Guardia di Finanza erano stati precedenti, fin dall'alba poco dopo le sei.

Ore 6 circa
L'imbarcazione, scortata da due unità militari, si trovava con una cinquantina di naufraghi (di cui uno in gravi condizioni) e dieci dell'equipaggio in balia del mare forza 7 a un'ora da Lampedusa, circa 10 miglia. Per questo l'ordine di fermarsi è disatteso dal capitano della nave.

Ore 7
La Guardia Costiera autorizza un punto di fonda e la nave si dirige a ridosso di Lampedusa.

Ore 7.30
La nave si ferma a un miglio e mezzo dal porto.

Ore 8.10 circa
Poco dopo le 8 la Gdf sale a bordo della nave. L'ispezione si concluderà con un "tutto in regola".

Il giornalista di Repubblica a bordo dell'imbarcazione conferma che la Gdf ha vietato via radio l'ingresso nelle acque territoriali, quindi la Mare Jonio avrebbe trasgredito.

Migranti, la Guardia di Finanza sale a bordo della Mare Jonio


Spiega Luca Casarini, capo missione, a Repubblica: "Abbiamo fatto presente che siamo in una situazione di emergenza con onde alte tre metri, 50 naufraghi a bordo oltre l'equipaggio. Dobbiamo mettere in sicurezza la vita delle persone per questo stiamo andando a ridossare verso l'isola di Lampedusa".

Ecco l'audio dello scontro tra i finanzieri e la nave con i migranti naufraghi: "Rimorchiatore Mare Ionio da pattugliatore guardia di finanza Paolini, vi intimiamo l'alt, fermate le macchine, arrestate i motori". Risponde il capitano della Mare Jonio: "Non possiamo arrestare nessuna macchina, qui siamo in pericolo di vita comandante, ci sono tre metri di onda". "Siamo in condizioni di pericolo di vita", ripete. E nelle stesse ore, a largo della Libia, c'è un nuovo naufragio.

Il medico Guido Di Stefano racconta la situazione critica a bordo: "I naufraghi a bordo continuano a vomitare nonostante le medicine, e ho difficoltà di farli uscire per andare al bagno perché é troppo pericoloso".

Migranti, medico a bordo nave Mare Jonio: "Mare grosso, i naufraghi continuano a vomitare"