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Migranti, tornano le Ong nel Mediterraneo. Nuove missioni di Mediterranea e Sea Watch

Open Arms denuncia l'ostracismo della Grecia che da cinque giorni nega l'autorizzazione all'ormeggio alla nave che porta aiuti umanitari a Lesbo

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Tornano le navi umanitarie nel Mediterraneo privo di soccorsi. Quelle che sono riuscite a sganciarsi dalle catene con cui i vari stati europei le hanno tenute ferme in porto annunciano nuove missioni.

La Mare Jonio di Mediterranea è partita proprio oggi da Lampedusa alla volta della zona Sar libica e andrà a pattugliare una zona a una trentina di miglia dalla costa.

Anche la Sea Watch tornerà nei prossimi giorni in zona. La Ong tedesca, la cui nave bande battiera olandese, ha annunciato oggi di aver vinto il ricorso contro le autorità olandesi che hanno bloccato in porto la nave per un mese. "Il nuovo regolamento olandese - fa sapere la Ong - non può essere applicato senza un periodo di transizione. La Sea Watch potrà quindi riprendere presto le sue attività".
Anche l'aereo Colibrì della Ong Pilotes Volontaires che coadiuva le ricerche delle imbarcazioni dei migranti dall'alto è tornato in azione.

Denuncia invece nuove difficoltà la spagnola Open Arms che, bloccata in porto dalla Capitaneria di Barcellona che ha negato l'autorizzazione ad effettuare missioni di soccorso di migranti nel Mediterraneo, è ripartita da alcuni giorni verso la Grecia per portare aiuti umanitari alle persone nel campo profughi di Lesbos. Ma le autorità greche non consentono neanche l'ormeggio della barca.
"Da cinque giorni fuori dal porto di Mitilini a Lesbo senza il permesso di attraccare. Nè esseri umani nè aiuti umanitaria - denuncia la Ong spagnola - La solidarietà è vietata in Europa".