Mario Fernandes (reuters)

Russia, il brasiliano Fernandes che vuole vincere il Mondiale per Putin

L'esterno sudamericano, pur avendo già giocato con la Seleçao, ha accettato la convocazione della Nazionale russa: "Capisce quello che gli diciamo, anche se non può rispondere", spiega il ct Cherchesov

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SAMARA - Domenica scorsa nella sala video dell’hotel Lotte, alla vigilia dell’ottavo di finale, lo staff della Seleçao non ha soltanto preparato la vittoria col Messico. Thomaz Araujo, l’analista che si occupa in particolare dello studio degli avversari, si è soffermato anche su Russia-Spagna, che si giocava quel giorno. E ha ricordato ai colleghi che nella Russia, potenziale rivale nella finale di Mosca, c’è un giocatore che conosce Neymar meglio degli altri, perché è stato suo compagno di squadra.

Mario Fernandes, terzino destro-esterno di centrocampo della Nazionale di Cherchesov, sarebbe eventualmente proprio il probabile marcatore di O Ney. Col vantaggio di essere il più ferrato della squadra nella materia in questione, e non per ragioni astratte: Mario Fernandes è brasiliano e ha giocato con la maglia verdeoro, prima di sposare la causa russa anche grazie al nuovo passaporto di Putin e all’agile scavalcamento della burocrazia. Col più forte della Seleçao si è allenato più di una volta. Lo ha marcato. Lo può descrivere benissimo ai compagni.

Nel frattempo è diventato un punto di forza della squadra: un russo acquisito, amato dai tifosi. "Capisce quello che gli diciamo, anche se non può rispondere", spiega il ct Cherchesov e sottintende che il linguaggio del campo, a un Mondiale, è quello che conta. D’altronde Mario Figueira Fernandes, 28 anni a settembre, nato a Sao Caetano, al Cska Mosca dal 2012, è un brasiliano parecchio atipico: in Brasile stava male e sconfinava spesso nella depressione, in Russia è rifiorito.

La storia merita un breve racconto. Fu convocato per la prima volta dalla Seleçao a 21 anni dal ct Menezes nell’ottobre 2011, quando giocava nel Gremio. Ma non salì sull’aereo: non si sentiva pronto psicologicamente e non avrebbe potuto aiutare la squadra, spiegò il procuratore. Fece panchina con l’Argentina, 0-0 a Cordoba. Due anni prima era sparito per tre giorni. Il Gremio, che lo aveva appena ingaggiato, fece denuncia alla polizia. Fu ritrovato vicino a San Paolo, a casa di uno zio, a più di mille chilometri da Porto Alegre, dopo un viaggio tortuoso con tappe in città dove non conosceva nessuno. Depressione, fu la diagnosi, e la famiglia spiegò: Mario pensava che il Sao Caetano lo avesse solo prestato al Gremio, quando ha capito che era una cosa definitiva si è sentito solo.

Solissimo si sarebbe dunque dovuto sentire a Mosca, dove il Gremio lo destinò 6 anni fa, per 15 milioni di euro. Invece si ambientò e vinse subito: campionato, Coppa di Russia, Supercoppa. Ritrovò la seleçao nel 2014, ct Dunga. Un’amichevole in panchina e poi l’esordio il 14 ottobre, Singapore, 4-0 al Giappone, 4 gol di Neymar, lui il secondo tempo da terzino al posto di Danilo. Poi altre due amichevoli in panchina, con Turchia e Austria. Poi basta. Un giorno, circa un anno dopo, disse che non gli sarebbe dispiaciuto giocare per la Russia. Putin lo nominò cittadino russo per decreto, ma niente Confederations Cup 2017, colpa di una frattura al naso.

Debutto il 7 ottobre 2017 nello stadio del Cska, con la Corea del Sud, 26’. da riserva, Ancora un’amivhevole, ma poi, doipo un altro po’ di rodaggio, sono arrivate le partite vere, quelle del Mondiale. Così Mario è diventato il ventitreesimo brasiliano, nella storia della Coppa del mondo, che la Seleçao regala a una Nazionale straniera: sostanzialmente perché nuota nell’abbondanza e spesso si permette di lasciare agli altri qualche giocatore di cui decide di fare a meno. La lista parte da Antilofilo Guarisi detto Filò, campione del mondo nel 1934, e comprende altri tre azzurri: Altafini e Sormani nel 1962, Thiago Motta nel 2014.

Si è molto internazionalizzata negli ultimi 28 anni: Guimarães della Costa Rica nel 1990, Clayton della Tunísia, Wagner Lopes del Giappone e  Oliveira del Belgio nel 1998, Clayton (Tunísia) e Alex Santos (Giappone) nel 2002, Francileudo (Tunísia), Alex Santos (Japão), Sinha (Messico), i famosi Marcos Senna (Spagna) e Deco (Portogallo) nel 2006, ancora Deco, con Liedson e Pepe nel 2010, insieme a Tanaka (Giappone), Feilhaber (Emirati) e Cacau (Germania). Pepe è diventato il recordman: c’era anche nel 2014 e in questo Mondiale.

Il discusso Diego Costa ha fatto il bis con la Spagna, 2014 e 2018, Eduardo e Sammir erano invece nella Croazia nel 2014.  Stavolta la Spagna ha convocato anche Rodrigo, la Polonia Thiago Cionek. Ma il più famoso sta diventando lui, Mario Fernandes, il ragazzo che non volle salire sull’aereo della Seleçao. E che adesso sogna di farle lo sgambetto con la maglia della Riussia.