Osé, il vibratore della startup Lora DiCarlo premiato e poi censurato al Ces 2019 

Ces 2019, revocato il premio all'innovazione: ''Quel vibratore è osceno". E scatta la protesta anti sessista

Al dispositivo creato da un team di donne l'Innovation Award, poi ritirato. In una lettera della startup americana la denuncia della fondatrice: "I robot come bambole gonfiabili sì e il massaggiatore per vagina no?". Sui social l'hashtag #CESGenderBias

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PREMIATO ma per poco tempo: così il vibratore femminile ideato dalla startup Lora DiCarlo sale e scende dal podio dell'International Consumer Electronics Show in un lampo, travolto da polemiche sessiste. Ironia della sorte, perché il sex toy è stato prodotto in Usa da un team al femminile che online lo descrive come un dispositivo in grado di "riprodurre tutte le sensazioni, per un'esperienza che sembra proprio come quella con un vero partner".

Ma "Osé", questo il nome scelto senza pruderie per l'oggetto del piacere creato con la collaborazione della Oregon State University, non è piaciuto alla Consumer Technology Association (Cta) che ogni anno organizza la fiera dell'elettronica intenazionale. Al punto da meritarsi una squalifica da parte dell'associazione perché considerato "immorale, osceno, indecente, profano o non in linea con l'immagine". Il dispositivo, ha spiegato la Cta, "non avrebbe dovuto essere accettato per l'Innovation Awards Program" poiché "non rientra in alcuna delle categorie esistenti di prodotti".

La spiegazione non è piaciuta a Lora Haddock, fondatrice e ad dell'azienda con sede a Bend, in Oregon, che l'ha definita "un'asserzione ancora più offensiva e francamente ridicola".
La particolarità del dispositivo è che grazie alla microrobotica riesce a funzionare senza manipolazione: basta indossarlo perché funzioni. Cioè "mimando tutta la gamma di sensazioni che possono essere trasmesse al corpo da bocca, lingua e dita umane". Nell'era dei comandi vocali, perché non dovrebbero evolversi anche i sex toys, offrendo la possibilità di godere in solitudine e a mani libere? Ma più del funzionamento, a frenare il successo del dispositivo sembra essere stato il tabù.
"Tutto ciò che facciamo alla Lora DiCarlo nasce da sex-positivity e inclusione", ci tiene a specificare la manager pubblicando sul sito una lunga lettera di rivendicazioni: "Non nascondiamo nulla di ciò che facciamo e crediamo fermamente che le donne dovrebbero reclamare il proprio diritto al piacere e alla tecnologia".  L'appello è rivolto in particolare al mondo GLBTQ e a tutte coloro che non si lasciano trascinare dal conformismo di genere né tantomeno mettere i piedi in testa dalla schiera di amministratori delegati e manager maschi che ancora dettano legge nel business.
"Osé si adatta chiaramente alla categoria 'Robotica e Drone', come aveva stabilito la giuria", rincara Haddock nella sua invettiva, richiamando l'attenzione sulle ragioni poco comprensibili della censura. A maggior ragione se consideriamo che nelle precedenti edizioni della fiera era stato lanciato un robot femminile che "era letteralmente una bambola gonfiabile per uomini", mentre nell'evento in corso a Las Vegas una società di realtà virtuale per soli adulti, la Vr Porno, può esporre liberamente i suoi prodotti, "offrendo agli uomini pornografia pura in pubblico" tra gli stand. Da qui l'accusa di sessismo rivolta dall'imprenditrice agli organizzatori: "La sessualità maschile può essere esplicita (...) mentre quella femminile viene pesantemente zittita, se non messa al bando. Non puoi fingere di essere imparziale se permetti di mettere in mostra un robot sessuale per uomini, ma non un massaggiatore robotico per la vagina".

Sessismo. Una vecchia storia che Chuck Palahniuk ha riversato nello scenario futuribile del suo impietoso romanzo Beautiful you (Mondadori, 2015), inscenando proprio la parabola di una linea di prodotti all'avanguardia per il piacere sessuale delle donne. Aggeggi che in quel caso erano stati inventati da un uomo dispotico con il diabolico intento di conquistare e controllare l'intero genere femminile attraverso le nuove tecnologie. Ma se nella finzione le donne "manipolate" riusciranno a trovare la via del riscatto, nella realtà c'è da armarsi di santa pazienza. Persino alla fiera dell'elettronica di consumo dove tutti (tecnologie per prime) precorrono i tempi. Perché le esperte informatiche che hanno provato a crearla questa nuova tecnologia, pur con le migliori intenzioni, si sono dovute fermare prima ancora di vederne i risultati.

Il messaggio della startup che ha creato il vibratore della discordia si chiude con l'invito a condividerlo con hashtag #CESGenderBias, "in nome della libertà di essere se stesse e godere del proprio corpo". Dopo il movimento #metoo che ha scosso l'opinione pubblica mondiale sulle molestie alle donne, un'altra conferma che in materia di diritti l'innovazione sembra ancora lontana.