Economia

Savona, affondo sul governatore Draghi: "Ha poteri che non avevamo previsto"

Il ministro per i rapporti con l'Ue dettaglia il suo giudizio sul presidente della Bce: "E' stato valente, ha superato i vincoli nonostante le carenze dello statuto della Banca centrale, che è da aggiornare"

2 minuti di lettura
ROMA - Paolo Savona sfida il presidente della Banca centrale europea. "Mario Draghi si è procurato dei poteri che non avevamo previsto - ha dichiarato il ministro degli Affari europei intervenendo al festival Proxima di Torino - Fa interventi sui cambi di cui sappiamo molto poco. La mia proposta è che questi poteri vengano messi nello Statuto (della Bce, ndr) in modo che poteri e responsabilità coincidano".

Una richiesta che fa rumore perché arriva a stretto giro dai rilievi del presidente dell'Euirotower, che nell'ultima conferenza stampa ufficiale tenuta a Francoforte non ha lesinato una stoccata all'Italia: interrogato sul futuro del Belpaese, ha rimarcato di attendersi delle mosse concrete con il prossimo Bilancio italiano, perché "finora abbiamo sentito solo parole". E, poi, ha aggiunto che "le parole hanno causato qualche danno", ovvero l'allargamento degli spread che si sono ribaltati su "maggiori interessi per le famiglie e le imprese". Messaggi insolitamente diretti agli azionisti del governo Conte. Altri sono arrivati quando ha poi sottolineando che l'Italia ha detto in più occasioni di voler rispettare i vincoli europei, e rimarcando che questi impegni sono arrivati da ministro degli Esteri, dell'Economia e presidente del Consiglio, senza citare volutamente i due vicepremier - Salvini e Di Maio - che hanno alimentato il coro delle promesse elettorali e delle bordate contro l'Europa.

Il ministro per gli Affari Europei è tornato sulle sue dichiarazioni su Draghi, in un comunicato diramato nella mattinata di sabato. Ha voluto confermare quanto riportato nel documento diffuso su che cosa debba essere fatto per un'Europa più forte e più equa e corretto il tiro del suo giudizio sul Draghi-governatore: "La sua abilità ha consentito di superare i vincoli della sua azione di fronte alle carenze statutarie, come ha confermato la Corte di giustizia investita del problema da parte della Germania. Ma ciò ha richiesto tempo e trascinato polemiche non ancora sopitesi. Meglio incorporare i poteri nelle norme statutarie, affinché si affermi la volontà democratica propriamente definita e non quella puramente giurisdizionale". Anche se non è suo compito istituzionale farlo - ha spiegato Savona ancora nella sua nota - "Draghi è stato un valente Presidente che ha operato in una condizione di grandi difficoltà. Il problema è che le istituzioni devono essere ben regolate per ogni circostanza, cosa che attualmente manca". Di fatto, ha spostato il focus dalla persona di Draghi all'istituzione Bce, che a suo dire dovrebbe esser regolamentata diversamente.

Savona aveva cercato di esser rassicurante anche su un altro fronte. "Ho incontrato Oettinger (il Commissario Europeo per il Bilancio) che forse è quello che aveva più duramente attaccato l'Italia. Abbiamo discusso per un'ora, ci siamo intesi". Come? "Gli ho detto che lui deve rispondere alla Commissione, io al Parlamento che mi ha approvato, dobbiamo cercare qual è il punto di appoggio sul piano pluriennale europeo. Quello che io vedo in privato, come accade all'interno del mio governo, e quello che leggo non coincidono".

Il suo collega Luigi Di Maio, proprio in polemica con Oettinger aveva minacciato il veto sul prossimo bilancio europeo, dialogo che ora Savona sembra aver riaperto con il commissario.