Economia

Tassi alle stelle e valute a picco: dalla Turchia all'Argentina, i sei mesi da incubo Paesi emergenti

Da Ankara a Buenos Aires, negli ultimi sei mesi i rendimenti dei titoli di Stato decennali si sono impennati. Semestre nero anche per Russia, Brasile e Sudafrica. Valute a picco. Record per il peso argentino: -46% da marzo ad oggi

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MILANO - Sono gli osservati speciali del mercato nell'ultimo mese. A loro si guarda come possibile fonte di nuove turbolenze anche per le economie più sviluppate. La crisi dei Paesi emergenti si è guadagnata un posto di primo piano nell'attualità nel corso della metà di agosto, quando è defelgrata la crisi turca. Ankara è tra tutti il Paese più in difficoltà. I tassi di interesse sui titoli decennali del Paese denominati in valuta locale sono schizzati oltre il 20% dal 12% di marzo (l'equivalente Btp italiano è poco sotto il 3%), mentre quelli  in dollari sono cresciuti dal 6 al 9%. L'ultima mossa della Banca centrale di alzare il costo del denaro oltre le attese e in aperta frattura con il presidente Erdogan ha risollevato la lira e dato un segnale di indipendenza ai mercati, ma la lotta tra istituzioni promette ancora turbolenze a lungo. Non è andata meglo all'Argentina,i cui rendimenti sono passati dal 6 a quasi il 10% (per quanto riguarda le emissioni in dollari). Rialzi analoghi hanno interessato anche Russia e Indonesia, i cui titoli decennali oggi viaggiano tra l'8 e il 9%.

Mantendo lo sguardo agli ultimi sei mesi il balzo degli emergenti rispetto agli altri Paesi è molto marcato. I rendimenti dei titoli turchi sono cresciuti come detto di oltre 700 punti base, ma oltre a quelli già citati colpiscono anche i rialzi di Brasile (+267 punti), Libano (+281 punti), Sudafrica (+112 punti) se confrontati con i dati dei Paesi più sviluppati. Nell'ultimi semestre i rendimenti dei Treasuries Usa sono cresciuti di soli 5 punti, gli equivalenti giapponesi di 5, i bund tedeschi sono persino scesi di 22 punti. Maglia nera per l'Italia, più vicina agli emergenti che ai propri vicini europei, con un balzo di 89 punti. Dato, questo, peraltro in calo negli ultimi giorni.

Non è andata meglio se si guarda alle valute. L'andamento da marzo ad oggi riflette quello dei titoli di Stato. Il peso argentino, negli ultimi sei mesi ha perso oltre il 46% del suo valore al cambio con il dollaro Usa. Cifre analoghe per la lira, arrivata a perdere fino al 45% del suo valore a fine agosto e migliorando solo lievemente - come detto - di recente. Lontano da questi casi limite è pesante il bilancio per il rand sudafricano (-22%), il real brasiliano (-21%) il rublo (-19%) mentre è minoe il calo per la rupia indonesiana (-7%). Nello stesso periodo, come riferimento, l'euro e lo yen hanno perso rispettivamente il 5,5% e il 4,4%.