Economia

Il governo alla prova del Def: Piazza Affari in calo

Balzo del differenziale in mattinata, giù anche l'euro, poi il lieve recupero. Milano giù, inversione di tendenza per le altre Borse europee. Vola il Pil americano: +4,2% nel secondo trimestre, top da quattro anni

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MILANO - Nel giorno del test più importante fino ad ora per il governo, la presentazione della nota di aggiornamento al Def che traccia il perimetro entro cui si muoverà la prossima legge di Bilancio, non si fa attendere la reazione dei mercati. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi dopo una partenza difficile ritrova in chiusura la quota di apertura a 235 punti, secondo il rifermento della piattaforma Bloomberg, dopo essere arrivato a vedere quota 250  con il rendimento del titolo decennale italiano al 2,88%. Forte rialzo inizile anche per lo spread a due anni, schizzato di quasi 20 punti in mattinata fino a 145 punti e poi ridisceso non lontano dai livelli iniziali.

Ripercussioni anche sul mercato delle valute, con l'euro che scende e scivola sotto la soglia di 1,17 al cambio con il dollaro, a 1,1668. Fa male anche Piazza Affari, che cede lo 0,62%, con in sofferenza inizialmente tutto il comparto bancario e Atlantia, dopo le indiscrezioni sul decreto che esclude Autostrade dalla ricostruzione. In calo Mediobanca, dopo l'uscita anticipata di Bolloré dal patto di sindacato.
Le altre Borse europee guardano con attenzione alla presentazione del documento programmatico sul Bilancio italiano, ma intanto riguadagnano terreno dopo una mattinata debole. Francoforte chiude in rialzo dello 0,4%, Parigi termina a +0,5%, Londra invece guadagna lo 0,45%. Bene anche per Wall Street: alla chiusura degli scambi in Europa il Dow Jones cresce dello 0,61% e il Nasdaq dello 0,97%.

Sfuma quindi il peso del calo di ieri di Wall Street nel giorno della Federal Reserve. La Banca centrale americana ha alzato i tassi di riferimento di 25 punti base, al nuovo range compreso tra il 2% e il 2,25% e ha confermato la sua intenzione di proseguire la stretta monetaria, come da attese. Si tratta del terzo rialzo dei tassi da parte della Fed dall'inizio del 2018. Una decisione criticata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha espresso per l'ennesima volta l'insoddisfazione verso la Fed. Intanto il presidente ha incassato l'ennesima prova di forza dell'economia statunitense, che nel secondo trimestre è cresciuta del 4,2%: confermato il dato della seconda lettura, leggermente deluso il consensus degli analisti per un +4,3%. Il dato è comunque il migliore dal +4,9% registrato nel terzo trimestre del 2014 ed è nettamente superiore al trimestre precedente, quando gli Stati Uniti avevano registrato un +2,2%. Molto meglio delle attese gli ordini di beni durevoli, +4,5% ad agosto, mentre sono andate male le richieste di sussidi per la disoccupazione con un +12mila.

Tra gli altri dati macroeconomici di giornata, sale la fiducia dei consumatori a settembre - secondo i dati diffusi dall'Istat - ma cala quella delle imprese. In settembre l'indicatore del sentimento economico ESI ha subito un calo di 0,7 punti nella zona euro per attestarsi a quota 110,9, secondo le stime pubblicate oggi dalla Commissione europea. L'inflazione in Germania è balzata a settembre al 2,2%: il dato - pubblicato oggi da Destatis dopo i numeri dei vari laender - ha sorpreso gli economisti che si aspettavano un +1,9%.

Chiusura in ribasso, questa mattina, per la Borsa di Tokyo per le prese di beneficio degli investitori dopo gli 8 rialzi consecutivi  messi a segno dalla piazza finanzairia nipponica. L'indice Nikkei arretra dello 0,99%.

Rendimenti in calo invece alle aste dei nostri titoli di Stato: il Tesoro ha venduto tutti i 5,2 miliardi di Btp e CctEu oggi in offerta. Per quanto riguarda i Btp a 5 anni iol rendimento è sceso al 2,03%, in calo di 40 centesimi dall'asta di fine agosto. Il decennale dicembre 2028, venduto sempre per due miliardi e con un rapporto fra domanda e offerta pari a 1,44, ai massimi da maggio, ha visto un rendimento del 2,90% (-35 centesimi). Venduto per 1,25 miliardi il Cct indicizzato all'Euribor all'1,77%, con rendimento in calo di 53 centesimi.

Il prezzo del petrolio è in rialzo, in attesa dell'arrivo delle sanzioni Usa all'Iran, previste per l'inizio di novembre. Il Wti segna un netto rialzo a 72,06 dollari e cresce sopra a 81,71 dollari per il Brent.