Dalla riunione della Commissione di Strasburgo, tutti gli osservatori si aspettavano l'ufficializzazione dell'opinione "negativa" sul Documento programmatico di bilancio italiano, le cui previsioni e assunzioni sono state reiterate dal Tesoro nonostante una prima lettera di richiamo di Bruxelles. Ora ci sono tre settimane di tempo per l'Italia per rimetter mano alla Manovra, diversamente rischia di avvicinarsi l'ipotesi di procedura per il debito. "Dobbiamo vincere la paura, l'unica cosa di cui dobbiamo avere paura in questo momento è proprio la paura", dice il vicepremier Luigi Di Maio parlando delle oscillazioni dello spread. "L'andamento dello spread in questi giorni dimostra che i mercati vogliono molto più bene all'Italia di alti commissari europei".
Le Borse europee hanno trattato in netto ribasso e Milano si è accodata condividendo il destino delle altre Piazze, preoccupate per gli scenari di tensione che si aprono in diversi quadranti del planisfero. Il Ftse Mib alla fine ha perso lo 0,86%, con il mercato che di fatto aveva già scontato la bocciatura della Manovra. Infatti hanno fatto peggio le altre: Parigi ha ceduto l'1,69%, Londra l'1,24% e Francoforte il 2,17% sotto il peso di alcune big come Bayer, venduta sul timore di una guerra legale contro i prodotti di Monsanto giudicati cancerogeni. Andamento in forte ribasso anche per Wall Street: alla chiusura dei mercati europei, il Dow Jones perde l'1,7%, lo S%&P500 l'1,5% e il Nasdaq l'1,9%.
La giornata è stata decisamente negativa già sui mercati asiatici, che hanno pagato con cali superiori ai due punti percentuali il mix di timori sulla frenata della Cina e per i rischi geopolitici globali, che vanno dalle guerre commerciali alla mina vagante dell'Italia in Europa, passando per il Medio Oriente agitato dal caso Khashoggi che ha generato forti tensioni tra Usa ed Arabia Saudita. Tra gli investitori - dopo i primi conti pubblicati in questa stagione di trimestrali - prende corpo anche il timore che il grosso della spinta economica si sia esaurito. La Borsa di Tokyo ha perso il 2,67%, scontando anche i future deboli su Wall Street, Sydney l'1,05%. Hong Kong ha perso il 3,1%, Shanghai il 2,26%.
Per le materie prime, infine, il petrolio amplia vistosamente i cali: alla chiusura dei mercati Ue, il Wti perde quasi il 3% a 67,3 dollari al barile. Il greggio insegue al ribasso l'andamento dell'azionario americano, legato a rinnovati timori riguardanti la Cina (a sua volta oggetto di sell-off). Una serie di trimestrali aziendali ha inoltre deluso, cosa che alimenta preoccupazioni sull'andamento dell'economia usa e sulla domanda della materia prima. In questa fase d'incertezza generalizzata restano robuste le quotazioni dell'oro: il lingotto con consegna immediata sale dell'1% a 1.233 dollari l'oncia.