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Quota 100, Salvini: "Si parte a febbraio"

(agf)
La possibilità di uscire con almeno 62 anni e 38 di contributi, potrebbe iniziare prima del previsto. "A inizio 2019, mi auguro a febbraio", dice il vice premier. Il governo stima una spesa più bassa di quanto stanziato
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ROMA - Altro che aprile. Quota 100 partirà ad "inizio 2019". Ne è convinto il leader della Lega Matteo Salvini. "Se non è gennaio per motivi tecnici evidenti, perché coinvolge circa mezzo milione di persone, però mi auguro che sia febbraio", dice il ministro dell'Interno. Una data che confligge con il tentativo del governo di spostare più in là nel tempo la partenza delle due riforma cardine - pensioni anticipate e reddito di cittadinanza - per abbassare l'impatto della relativa spesa (16 miliardi) sul deficit.

"Non verrà tolto nulla", insiste invece il vicepremier leghista. "Se gli esperti ci diranno che abbiamo messo a bilancio più soldi del necessario per garantire questo diritto è chiaro che li useremo per fare altro" - ad esempio "in tutela del territorio" - "e andremo a Bruxelles a testa alta, portando rispetto e chiedendo rispetto, con l'obiettivo di far crescere questo Paese".

Il sottosegretario leghista al Lavoro Claudio Durigon stima che la spesa nel 2019 per quota 100 sarà di certo inferiore ai 6,7 miliardi stanziati in manovra. "I conteggi che abbiamo sono inferiori ". La relazione tecnica "indica una cubatura più bassa, dato che le uscite del pubblico impiego saranno inferiori a causa delle esigenze del settore". Le norme non ci sono ancora, però. "Si può intervenire in due modi", aggiunge Durigon. "O con l'emendamento alla manovra o con un decreto legge a parte".

Quota 100 non sarà l'unico intervento previdenziale in arrivo. "C'è ancora qualcuno che pensa che portare la pensione minima a 780 euro con la pensione di cittadinanza, come abbiamo stabilito con la manovra, sia populista? Andate a dirlo ai nonni che muoiono di freddo", scrive il ministro del Lavoro Luigi Di Maio sul Blog delle Stelle.

"La pensione minima sopra la soglia di povertà è una misura di civiltà e non si torna indietro!", aggiunge Di Maio, postando l'indagine del sindacato dei pensionati Spi Cgil e della Fondazione Di Vittorio da cui risulta che per il 14% degli anziani la pensione non basta per potersi permettere una temperatura adeguata in casa e il 33% potrebbe finire presto in questa situazione.

Quel che Di Maio non dice è che non tutti gli assegni bassi diventeranno "di cittadinanza". Su 3 milioni e 200 mila pensioni integrate al minimo (circa 500 euro al mese) solo 500 mila saranno portate a 780 euro. Il 16% appena.

Un altolà arriva infine dal presidente Inps, Tito Boeri. Preoccupato per "l'ipotesi condono sui contributi per i lavoratori autonomi". "Mi auguro di essere rassicurato sul fatto che non si farà". I lavoratori autonomi avrebbero il doppio vantaggio di poter accedere alla pensione anticipata e di poter versare contributi a condizioni agevolate. "E' pericoloso, spero che questa disposizione non ci sarà".

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