Economia

Manovra, commissione Camera vota mandato a relatore. Pd e Fi insorgono: "Nessun esame emendamenti"

Scontro Tria-Pd, bagarre in commissione: "Mi avete massacrato per un'ora"Il ministro dell'Economia ha avuto un battibecco anche con Padoan: "Ora cadete dalle nuvole". E sulle pensioni: "Quota 100 in decreto a inizio anno"

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Nella notte la commissione Bilancio della Camera ha approvato, con i voti della maggioranza M5s-Lega, il mandato al relatore sulla manovra, che è attesa in mattinata nell'Aula di Montecitorio. Pd e Forza Italia hanno votato contro. L'opposizione in commissione ha protestato perché il testo è stato inviato in Aula "senza discutere né votare" i circa 350 emendamenti che erano stati presentati alla legge di bilancio.

C'era stata bagarre nel corso dell'audizione del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, sulla manovra. "Mi avete massacrato per un'ora e non mi fate parlare, mi avete criticato per un'ora potrò rispondere alle critiche o no?", sbotta il ministro. Alcuni deputati dell'opposizione reagiscono. "Massacrato a chi? Il governo è ospite del Parlamento", replica Enrico Borghi (Pd). Il presidente della Commissione, Claudio Borghi, ha dovuto più volte richiamare all'ordine. 

Poco prima il ministro ha avuto un battibecco con il suo predecessore, ora deputato Pd, Pier Carlo Padoan. "Siete stati bravi a non entrare in una procedura con debito in maggio - ha detto Tria - cercando un occhio benevolo della Commissione europea. Quello stesso occhio benevolo, in un certo senso, lo abbiamo ottenuto anche noi. Ma è chiaro che la situazione non è facile: dovremo lavorare a lungo. Non cadiamo dalle nuvole".

Padoan gli aveva chiesto conto della scelta di alzare il deficit e poi cambiare la manovra solo in un secondo momento sostenendo che la legge di bilancio gialloverde avrebbe "effetti recessivi sulla crescita". Tria ribatte che certi vincoli sono anche eredità delle manovre del passato: "Lei ha parlato in tono pacato e io allo stesso modo le rispondo che ci siamo anche trovati di fronte al fatto che alcuni margini di flessibilità chiesti in passato poi non sono stati fatti in realtà", aggiunge. "La procedura d'infrazione per il debito non è scattata in maggio perché per il 2020 si prevedevano 20 miliardi di salvaguardie Iva", ha rimarcato aggiungendo che "il sentiero stretto non ha portato a niente perché il debito sta là e il problema è evitare la procedura d'infrazione sul debito gravissima, che deriva da quello che avete lasciato a maggio".

Tria ha anche parlato di pensioni: "Per quota 100 si confermano l'impianto e l'impatto della riforma. Si potrà andare in pensione con 62 anni e 38 di contributi senza alcuna riduzione dell'assegno pensionistico. I dettagli saranno stabiliti con un apposito collegato alla manovra, anche in questo caso a inizio del prossimo anno", ha aggiunto. "E' vero che andando in pensione in anticipo l'ammontare dell'assegno sarà inferiore, ma soltanto perché sono stati versati meno contributi, ma se ne usufruirà per un periodo più lungo".

Tria ha anche confermato l'erogazione quanto annunciato alla vigilia sul reddito di cittadinanza, nonostante le opposizioni denunciano un importo minore di quanto prospettato in una prima fase.  "L'erogazione al ribasso" prevista nel 2019 in 7,1 miliardi per il reddito di cittadinanza non ne modifica "minimamente la portata", ha ribadito il ministro Tria in commissione bilancio, ricordando che la misura partirà "tra fine marzo e il primo aprile". "Il differimento della partenza della misura e l'affinamento delle stime contenute nella relazione tecnica circa il numero effettivo dei richiedenti lasciano invariata la platea potenziale". La misura verrà dettagliata, ha detto, in un decreto legge a "inizio del nuovo anno" e "l'entità massima del sostegno erogato resta invariata".