Economia

Scontro sulla Tav e l'analisi costi-benefici: Salvini valuta il referendum, Di Maio contrario

(ansa)
La relazione consegnata al governo sarebbe ancora "una bozza preliminare" che non sposterà il "no" dei 5Stelle. Il governatore della Lombardia Fontana e quello del Piemonte Chiamparino favorevoli ad una consultazione popolare. Toninelli: "Solo in caso di necessità"
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ROMA - "Se ci fosse un referendum sulla Tav, non potremmo certo fermarlo". Ad aprire un nuovo fronte di scontro con gli alleati di governo 5Stelle è Matteo Salvini che accarezza la possibilità di una consultazione referendaria sulla linea Torino-Lione nel caso fosse bocciata dai tecnici. L'idea piace anche ai goivernatori Fontana (Lombardia) e Chiamparino (Piemonte).

Ma è proprio sulla relazione che Luigi Di Maio, rispondendo a distanza, tira dritto: "Non l'ho letta, è uno studio preliminare" ha detto il vicepremier, "aspettiamo il dato ufficiale, i tecnici dovranno parlare e dire se quell'opera è un buon investimento". Ma il Movimento - ha aggiunto "è contrario: le risorse potrebbero essere utilizzate per migliorare la mobilità cittadina".

Intanto però si starebbe andando verso una analisi tecnica negativa sui costi-benefici per la Tav. L'analisi è contenuta nella relazione consegnata al governo, definita ancora una "bozza preliminare". Lo si apprende da fonti dell'esecutivo, al termine del vertice che si è svolto nella serata di mercoledì a Palazzo Chigi sul tema dei migranti.

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Le stesse fonti precisano che nessuna decisione è ad oggi presa: si prende ancora tempo. Nel governo si confrontano le linee del M5s, che vuole lo stop dell'opera, e della Lega, che è invece contraria.

Secondo uno degli esperti nominati dal governo che presiede la commissione incaricata di analizzare pro e contro della Torino-Lione, Marco Ponti, la documentazione è stata consegnata nel pomeriggio di mercoledì 9 gennaio all'esecutivo. Ma il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture è intervenuto per precisare che in realtà si tratta di una bozza preliminare che ora è allo studio della Struttura tecnica di missione del Mit "per un vaglio di conformità rispetto alle deleghe affidate ai consulenti del ministero". In poche parole, un ennesimo temporeggiamento sulla fattibilità di un'opera che sta mettendo alle strette i giallo-verdi.  
"Abbiamo consegnato l'analisi, auspico che i dati escano e siano criticati il più presto possibile", ha annunciato Ponti precisando di non essere  un 'No Tav' a priori per motivi ideologici e di guardare solo ai numeri: "oggi l'opera intera costa tra i 10,5 e gli 11 miliardi di euro". Dato per scontato che l'esito della analisi - redatta da una commissione in larghissima parte composta da esperti No Tav - è sfavorevole al proseguimento dei lavori, la decisione sarà comunque  di natura politica, come del resto lo stesso Ponti ha più volte riconosciuto. "Tocca alla politica, spero che si esprima rapidamente", ha incalzato l'ex docente del Politecnico di Milano.
 
Secondo l'iter stabilito dal ministro Danilo Toninelli, una volta arrivato all'esecutivo il testo dovrebbe seguire una consulenza di carattere tecnico-giuridico volta a valutare i vincoli contrattuali e le conseguenze di natura economica di un eventuale stop dell'opera. Poi i risultati saranno oggetto di un confronto con il partner francese e l'Unione europea, prima di essere pubblicati. Ma, ancora una volta, il ministero dei Trasporti ha frenato gli entusiasmi, forse dopo le dichiarazioni del vicepremier leghista Matteo Salvini che ha ribadito di "essere favorevole a un Paese che va avanti, che cresce e che non va indietro". Il documento ricevuto dal professor Ponti e dalla sua task force è in realtà "una bozza preliminare di analisi", hanno fatto sapere fonti del ministero.

Quindi lo stesso Toninelli ha chiarito che per l'analisi costi-benefici ci vorrà ancora "qualche giorno" e ha confermato il percorso. Quanto all'ipotesi referendum ha detto che "se ne parla solo in caso di necessità". Per poi tornare sull'argomento con un post su Facebook in cui parla di "strumento splendido": "Ben venga se lo chiedono i cittadini, anche se andava fatto quando si discuteva dell'opera 15 o 20 anni fa. Ma il dibattito referendario deve essere avveduto e informato: inutile parlarne prima di aver conosciuto e studiato per bene i numeri dell'analisi costi-benefici".
 
Sollecitazioni a una rapida decisione del governo sono arrivate però dalle opposizioni e dal mondo delle imprese. In prima linea il presidente della regione Piemonte, Sergio Chiamparino, che sabato sarà presente in piazza a Torino per il flash mob 'Si Tav' "A questo punto non c'è più alcuna ragione per differire una decisione: il governo ci faccia sapere in fretta cosa intende fare", ha ribadito.

La stessa Confindustria piemontese ha chiesto all'esecutivo di rivelare i risultati, ricordando che la decisione finale "deve essere di carattere politico e strategico e guardare ai benefici che porterà al territorio per i prossimi 100 anni e al ruolo che si vuole assegnare al trasporto su rotaia".  E se Chiamparino già settimane fa aveva detto che il Piemonte è pronto a farsi carico della realizzazione della Tav nel caso esca una fumata nera da Palazzo Chigi, sulla stessa lunghezza d'onda è Forza Italia Piemonte: "Se sarà no, siamo pronti alla Piemontexit delle infrastrutture".

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