Economia

Legge di bilancio, ASviS critica su occupazione, innovazione e ambiente: "Si poteva fare di più"

La pagella dell’Alleanza per lo Sviluppo sostenibile. Anche là dove le risorse sono aumentate, come per la lotta alla povertà, il giudizio non è positivo per mancanza di politiche organiche e di una visione d'insieme dei problemi

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ROMA - Si poteva fare di più. E' questo il giudizio che l'ASviS, l'Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile, dà sulla legge di Bilancio. L'organizzazione,  che riunisce oltre 200 associazioni, e che promuove l'Agenda 2030 dell'Onu, rileva la grave carenza di politiche adeguate da parte del governo soprattutto in materia di occupazione, innovazione e ambiente. Ma anche là dove si è intervenuti sotto il profilo delle azioni e delle risorse, come sul piano della lotta alla povertà, gli esiti sono incerti: la formulazione del reddito di cittadinanza solleva numerose perplessità, osservano gli analisti di ASviS, "i risultati dipenderanno soprattutto dall’efficacia dei decreti attuativi e dal coinvolgimento degli organismi impegnati nei territori".

"La Legge di Bilancio avrebbe potuto fare molto di più per portare l’Italia su un percorso in linea con l’Agenda 2030, anche perché il ritardo accumulato dal nostro Paese è molto ampio. - spiega il portavoce dell'ASviS, Enrico Giovannini - Con questo documento si dimostra che un nuovo modo di disegnare e valutare le politiche è possibile. D’ora in poi il governo e il parlamento definiscano ogni singolo provvedimento in modo da realizzare il vero cambiamento che la stragrande maggioranza degli italiani e le oltre 200 organizzazioni aderenti all’ASviS vogliono: un’Italia pienamente sostenibile”.

La legge di Bilancio, a giudizio degli analisti, manca di "una visione integrata degli interventi in campo economico, sociale e ambientale". Non ci sono interventi sistemici a favore dell'economia circolare, per facilitare la transizione ecologica dei sistemi produttivi, i provvedimenti a favore dell'occupazione delle donne e dei giovani, le categorie più penalizzate dal mercato del lavoro, sono giudicati "timidi". Quando si parla di sviluppo sostenibile non si fa teoria, gli italiani sanno bene cosa vuol dire, e infatti da un sondaggio dell'ASviS emerge che un forte cambiamento delle politiche in questa direzione è auspicato dall'80% della popolazione.

Rispetto all'Agenda 2030 dell'Onu un peggioramento forte emerge solo in alcuni settori: la situazione peggiora: alimentazione e agricoltura sostenibile, acqua e strutture igienico-sanitarie, sistema energetico, condizioni degli ecosistemi terrestri. La condizione appare invariata per due obiettivi, educazione e lotta al cambiamento climatico, mentre per il Goal 14 (Flora e fauna acquatica) non è stato possibile stimare il dato relativo al 2017 a causa della mancanza di dati aggiornati.

Il problema è che anche là dove ci sono dei miglioramenti, non si tratta di passi in avanti così netti. In materia di povertà, a fronte delle risorse stanziate, che sono sicuramente superiori a quelle dell'anno precedente, l'ASviS rileva che "identificare i poveri solo come quelli che soffrono una privazione monetaria e conseguentemente sostenere il loro reddito significa di fatto sottovalutare le privazioni sofferte nelle altre dimensioni non monetarie", dall'alloggio all'istruzione alle cure sanitarie.

Problemi maggiori si riscontrano per gli obiettivi in peggioramento. L'ASviS stigmatizza con forza le misure della legge di Bilancio che "interferiscono con lo svolgimento dell'anno scolastico già iniziato", penalizzando gravemente i percorsi dei ragazzi e delle ragazze che quest'anno dovranno affrontare gli esami di maturità. L'organizzazione critica con forza anche l'inadeguatezza degli investimenti pubblici, peraltro non orientati verso settori chiave per lo sviluppo come la decarbonizzazione, il digitale, la ricerca. Nessun passo in avanti sulle infrastrutture del futuro, nessuna "visione di lungo periodo". Prosegue il consumo di suolo e aumentano i problemi dell'erogazione dell'acqua.

"Da questo quadro emerge la necessità di un deciso cambio di passo delle politiche, unitamente a una campagna di sensibilizzazione e informazione dell’opinione pubblica per riuscire a cogliere quei, sia pur lievi, segnali di miglioramento e rafforzare azioni in quelle aree in cui il Paese risulta ancora in difficoltà”, conclude Pierluigi Stefanini, presidente dell’ASviS e della Fondazione Unipolis.