Economia

Pechino rilancia sui dazi, Wall Street a picco. Milano -1,35%

La temuta reazione cinese alle restrizioni annunciate da Trump si concretizza: future di Wall Street in profondo rosso. Asia in calo: Tokyo chiude a -0,72%. Lo spread sale verso 280 punti

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MILANO - La temuta reazione cinese ai dazi di Trump si è concretizzata e ha sconvolto la giornata dei mercati, che a dire il vero hanno ampliato le vendite che già caratterizzavano l'avvio di settimana. Pechino ha annunciato tariffe su 60 miliardi di importazioni Made in Usa e i listini di Wall Street hanno accusato il colpo con pesanti ribassi. Venerdì il vice premier cinese Liu He aveva spiegato che la possibilità di un accordo commerciale tra i due Paesi "non è disintegrata" e i negoziati proseguiranno a Pechino. Intanto, però, la storia ha preso una piega diversa e alle misure già annunciate da Washington sono arrivate le repliche del gigante asiatico.

Una ulteriore escalation che si inscrive in una giornata già partita all'insegna della debolezza: a Tokyo il Nikkei ha concluso in calo dello 0,72%, questa mattina. Anche in Europa l'intonazione dei mercati si conferma debole: Milano chiude sui minimi cedendo l'1,35%. In rosso anche le altre: Francoforte perde l'1,52%, Parigi l'1,22% e anche Londra gira in negativo, dopo una mattinata in linea di galleggiamento, cedendo lo 0,55%.

Come accennato è ben più pesante la reazione di Wall Street: alla chiusura dei mercati europei il Dow Jones arriva a perdere il 2,3%, mentre il Nasdaq arretra del 3%. Schizza l'indice Vix, famoso per essere l'indicatore della "paura", ovvero anticipatore della volatilità prevista sui mercati: è ai massimi da gennaio. Colossi come Apple e Boeing sono in chiara difficoltà; male anche Uber al secondo giorno di scambi.

A Piazza Affari si mette in evidenza Tiscali, dopo l'ingresso di Claudio Costamagna, mentre la parte francese e quella italiana di Leonardo Del Vecchio hanno annunciato di deporre le armi per il comando in EssiLux. Si segnala anche il via libera del governo norvegese all'acquisto della Borsa di Oslo da parte di Euronext, il proprietario della Piazza di Parigi: battuta la concorrenza del Nasdaq.

Sul mercato dei cambi, salgono yen e franco svizzero - considerati beni rifugio - mentre si rafforza sul finale l'euro. La divisa unica chiude in rialzo sul dollaro a 1,1251 dollari. In evidenza lo yen a 122,76 sull'euro e a 109,12 sul dollaro. Lo yuan s'indebolisce a quota 6,91 sul biglietto verde, il minimo dalla fine di dicembre. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi prosegue la sua corsa e dopo aver sfiorato quota 280, termina la giornata a 277 punti con il rendimento al 2,7%.

Indifferenti al caos azionario, infine, le quotazioni del petrolio. Alla chiusura degli scambi europei il greggio Wti sale dello 0,3% a 61,8 dollari l'oncia mentre il Brent aggiunge lo 0,6% a 71 dollari. L'oro accelera con la turbolenza sui mercati e il metallo spot guadagna 1 punto percentuale a un passo da 1.300 dollari l'oncia.