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Pessimismo sull'intesa Usa-Cina, Borse in calo deciso

Listini in ribasso dopo i nuovi segnali arrivati dai due Paesi: Milano -1,3%. Lo spread parte verso 290, poi ritraccia grazie al buon esito dell'asta di Bot

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MILANO - I mercati del Vecchio Continente chiudono una giornata vissuta interamente in segno negativo, alimentata dal pessimismo sulla trattativa commerciale tra Stati Uniti e Cina. Non aiutano a ritrovare fiducia le valutazioni di Fitch, che ha rivisto al ribasso la crescita del Pil cinese per quest'anno dal 6,5% ipotizzato da Pechino al 6,1%.

A Milano, il Ftse Mib cede alla fine l'1,29%. Non brilla nemmeno Mediaset dopo l'acquisto del 9,6% di ProSiebenSat. Si confermano gli andamenti in netto ribasso nel resto d'Europa: Londra perde l'1,2%, Francoforte l'1,54% e Parigi l'1,76%. Il nervosisimo si è fatto sentire in Asia anche questa mattina, dove Tokyo ha chiuso in calo dell'1,21%. E non risparmia neppure Wall Street, dove il Dow Jones amplia il ribasso al -1,4% mentre il Nasdaq lima l'1,2% alla chiusura dei mercati europei.

L'Italia resta l'osservata speciale dei mercati nel giorno in cui Bruxelles ha inviato ufficialmente la lettera in cui chiede chiarimenti sul mancato rispetto della regola del debito. Anche oggi lo spread è partito in salita avvicinandosi verso quota 290 punti, per poi ritracciare sotto 280 e riprendere nuovamente quota con l'invio del richiamo europeo. A fine giornata, il differenziale segna 282 punti base con il rendimento del nostro titolo decennale al 2,65% dal 2,69% precedente, sfruttando il buon esito dell'asta di Bot semestrali. Sullo sfondo restano le tensioni sull'asse Roma-Bruxelles, con il ministro dell'Interno Salvini, forte del successo elettorale del voto europeo, che ha ribadito la propria intenzione di non rispettare i vincoli europei sui conti pubblici annunciando anche che per la flat tax sarebbe pronto un piano da trenta miliardi.

A proposito dei rialzi del differenziale è intervenuto anche il vice presidente della Banca Centrale Europea Luis De Guindos, secondo cui il caso del nostro Paese, con uno spread che sale o scende a seconda dello scontro fra l'Italia e le istituzioni europee, mostra che è importante seguire le regole. De Guindos ha notato che ogni volta che le tensioni fra Roma e Bruxelles aumentano "gli spread salgono".

Sul mercato dei cambi l'euro resta debole in chiusura dei mercati finanziari del Vecchio Continente, sotto quota 1,12 dollari, risentendo delle tensioni sul debito italiano e della guerra commerciale Usa-Cina. La moneta unica viene scambiata a 1,1128 dollari. Dollaro/yen a 109,31 e euro/yen a 121,72.

Tra i dati macroeconomici, in Germania il tasso di disoccupazione a maggio è rimasto stabile al 4,9%, in Francia si conferma la stima preliminare di crescita dello 0,3% nel primo trimestre. In Italia invece l'Istat registra un miglioramento della fiducia di imprese e consumatiori a maggio.

Giornata difficile anche per le materie prime energetiche: alla chiusura delle Borse europee il petrolio è in forte calo a New York, dove le quotazioni del Wti cedono quasi il 3% a 57,4 dollari. Il Brent perde l'1,9% a 68,8 dollari. In lieve ripresa invece l'oro che sale dello 0,3% a 1.282 dollari l'oncia.