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Bonus energia automatico in bolletta, il Governo ritira l'emendamento

La norma consentiva a Inps e Acquirente Unico di incrociare le proprie banche dati e sollevare i cittadini meno abbienti da un'odissea di burocrazia. L'esecutivo promette: "Miglioreremo il testo introducendo anche il bonus idrico". Federconsumatori scettica

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Sembrava la volta buona, invece ancora una volta è naufragata la possibilità di far diventare automatico lo sconto in bolletta per le famiglie povere del nostro Paese. Il Governo ha infatti ritirato l’emendamento alla Manovra che le associazioni di consumatori attendevano da anni: quello che avrebbe evitato alle famiglie l’obbligo di richiedere ogni anno il bonus luce e gas, che toglie fino a 184 euro di luce e 273 di gas all’anno.

Cosa prevedeva la norma. L’emendamento non comportava alcuna uscita per lo Stato ed era articolato in modo molto semplice: autorizzava l’Inps a comunicare i dati Isee ad Acquirente Unico, la società pubblica che detiene le informazioni relative a tutte le utenze elettriche in Italia.

Un semplice scambio di dati che avrebbe garantito ai cittadini meno abbienti una agevolazione economica, senza dover combattere con la burocrazia. A quel punto Acquirente Unico avrebbe informato il gestore di energia, che avrebbe applicato direttamente lo sconto in bolletta. Il costo per lo Stato sarebbe pari a zero perché già oggi tutti i clienti di luce e gas versano un contributo (inserito tra gli oneri generali di sistema) a favore delle famiglie meno agiate.


Come funziona oggi. Per ottenere il bonus bisogna prima rivolgersi a un Caf per il calcolo dell’Isee (dati che poi verranno trasmessi a Inps), e poi presentarsi agli sportelli comunali per compilare la richiesta. “Tra i 4 milioni di italiani poveri ci sono molti anziani soli: queste persone dovrebbero passare due mezze giornate, magari chiedendo aiuto a un figlio o un nipote, a districarsi tra carte, code e uffici. Poi qualcuno si sorprende se solo un terzo degli aventi diritto utilizza il bonus” commenta Alessandro Petruzzi, responsabile del settore energia per Federconsumatori, una delle associazioni che più si è battuta per introdurre l’automatismo. Oltre all’ostacolo burocratico c’è quello informativo: molte persone non sanno neanche che il bonus esista. Solo di recente un gestore locale ha avviato una campagna di informazione, per il resto è tutto lasciato all’iniziativa dei singoli clienti.

“Lo miglioreremo”. Almeno in teoria, su questa norma sono tutti d'accordo. Tuttavia la presidente della commissione Attività Produttive della Camera Barbara Saltamartini ha accettato l'indicazione del governo di ritirare l'emendamento. Perché? La motivazione ufficiale è che il Governo vuole migliorare il testo, inserendo anche il bonus idrico che oggi stenta a decollare, e una copertura parziale fuori dagli oneri in bolletta.

"Il sottosegretario allo Sviluppo Economico Davide Crippa sta lavorando a una riformulazione, che potrebbe essere presentata in Senato - spiega ancora Petruzzi - noi abbiamo grossi dubbi che questo avverrà. Perché sono tre anni che tutti ci promettono una norma che non ha ancora visto la luce”, continua.

Il flop del bonus fino ad oggi. I soldi ci sono, eppure gli ultimi dati dicono che solo il 34% degli aventi diritto sfrutta il bonus elettrico e il 27% quello del gas. Secondo i rappresentanti dei consumatori c’è anche un problema di importi: troppo esigui perché possano dare un aiuto concreto a famiglie con reddito bassissimo. Il bonus luce infatti viene erogato a famiglie il cui Isee non supera gli 8.107,5 euro o a nuclei familiari con più di tre figli a carico e Isee non superiore a 20.000 euro. Le aliquote 2018 del bonus elettrico sono:
  • 1-2 componenti: 125 euro l’anno;
  • 3-4 componenti: 153 euro l’anno;
  • 5-6 componenti: 184 euro l’anno.

L’ammontare del bonus gas invece dipende anche dalla fascia climatica del comune di residenza. Sul sito dell’autorità di settore Area si possono consultare le tabelle con gli importi.