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I nuovi strumenti del mondo 4.0 alla conquista delle imprese italiane: dal business della conoscenza, all’uso dei social, intelligenza aumentata e tecnologie wearable. Le storie che raccontano la rivoluzione che sta cambiando l’economia, l’industria e il lavoro

"La guerra hi-tech Usa-Cina? E' un’occasione per l’Europa"

Parla la direttrice degli investimenti di Iresearch Group, Vivian Liu, che nelle prossime ore sbarcherà a Milano per il “Futureland” organizzato da Talent Garden: “Oriente e Occidente ancora si conoscono poco. Ma alcuni unicorni cinesi stanno già cercando di investire o acquistare aziende europee”

di ANDREA FROLLA'
"La guerra tecnologica tra Stati Uniti e Cina potrebbe andare a beneficio delle aziende europee. Infatti, per quanto ne so, alcuni unicorni cinesi di internet stanno già cercando di investire o acquistare aziende europee. Ma la loro conoscenza delle imprese tecnologiche europee è ancora limitata". A rivelare un’attenzione crescente delle aziende cinesi per le realtà europee, e quindi anche per quelle italiane, in termini di interessi M&A non è un addetto ai lavori qualunque bensì Vivian Liu, direttrice degli investimenti presso Iresearch Group.

Tra poche ore l’ex capo dell'acceleratore globale di Htc Vive, che in passato è stata a capo del team di investimento presso Meitu (l’equivalente cinese di Instagram), sbarcherà a Milano per il “Futureland”, la conference internazionale sulla tecnologia organizzata da Talent Garden che sarà ospitata negli spazi del campus di Milano Calabiana il 15 e il 16 novembre. Liu sarà uno degli ospiti di eccezione dell’evento ideato dalla compagnia fondata da Davide Dattoli con il supporto di numerosi partner di rilievo (tra cui Be, IntesaSanpaolo, Randstad, A2A, Fastweb). Assieme a lei si avvicenderanno sul palco altre grandi personalità del mondo dell’innovazione: Tom Lyons (executive director Research & Advisory di Consensys, tra i più profondi conoscitori al mondo della tecnologia blockchain), James Pak (corporate vicepresident global Mobile di Samsung), TomEmrich (investitore e community builder di Super Ventures, tra i maggiori esperti internazionali di realtà aumentata e virtuale), Mariana Pereira (director di Darktrace, compagnia di IA per la difesa cibernetica) e molti altri.

A qualche giorno di distanza dell’evento, a cui presenzierà anche il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, Liu ha concesso a PaeseDigitale di Repubblica un’intervista esclusiva sui fronti più caldi dell’economia digitale: dal boom dell’intelligenza artificiale all’open innovation, passando gli ambiti che saranno discussi al Futureland (blockchain, Internet of Things e altro). Senza risparmiarsi sulla distanza che separa oggi la Cina dall’Occidente in termini di fermento digitale e abitudini degli utenti.
 
Cosa si aspetta dal pubblico italiano e cosa il pubblico italiano dovrebbe aspettarsi da lei?
Questa sarà la mia terza volta in Italia e la seconda volta a Milano. In Cina raramente si sente parlare dell'andamento della tecnologia e degli investimenti in Italia o nel resto d'Europa. Spero quindi di aggiornare le mie informazioni e le mie conoscenze sugli ultimi sviluppi locali del venture capital. Allo stesso tempo, c’è forse c'è una mancanza di informazioni sulla Cina nella vostra community che invece voglio rendere partecipe delle ultime tendenze asiatiche, e in particolare cinesi.

Lei è ai vertici di una società che ha investito in una delle più importanti compagnie asiatiche di intelligenza artificiale, SenseTime. Qual è il livello di maturità dell'artificial intelligence? E quali sono i mercati in cui può rivelarsi sconvolgente?
L'entusiasmo cinese per l'artificial intelligence (Ai) risale al 2014 e ha raggiunto il picco nel 2017. Negli ultimi anni in Cina sono nate quasi mille aziende Ai. Alcuni segmenti sono più vicini al mercato, come il riconoscimento vocale. Ma la maggior parte, seppur maturi in termini di attrazione degli investimenti, ancora non lo sono. Ad esempio, l'apprendimento automatico può richiedere altri 2-5 anni per l'adozione. In generale, l’intelligenza artificiale è sconvolgente quando viene applicata in settori diversi. In base alla mia esperienza, direi che cambierà notevolmente la salute, le automobili e la finanza.

Blockchain, realtà aumentata, IoT: quali sono le altre tecnologie più dirompenti dei prossimi anni?
Dipende da un Paese all'altro. E anche le politiche nazionali hanno una propria incidenza. La Cina è molto determinata a scommettere sull’intelligenza artificiale che, pertanto, è probabile continui ad essere l’ambito prediletto di investimento degli investitori locali. C’è anche il 5G, infrastruttura vitale per molte altre adozioni di massa di nuove tecnologie come quelle legate alla realtà virtuale.

Lei ha lavorato anche con Meitu, l'Instagram cinese. Quali sono le principali differenze di utenza tra Oriente e Occidente in termini di rapporto con i social media? E perché i comportamenti degli utenti sono così importanti oggi?
In Cina abbiamo WeChat che considero una combinazione di Facebook e Messenger o Whatsapp. Agli utenti cinesi piace avere tutte le funzioni su un'unica applicazione, mentre gli utenti occidentali scelgono applicazioni diverse per funzioni diverse. Una cosa che vale la pena di notare è che WeChat è un social network che collega persone che già si conoscono, diversamente da Facebook. I comportamenti degli utenti sono molto importanti perché il mercato è molto competitivo e il costo del traffico delle applicazioni è costoso. Pertanto, per le applicazioni con una vasta base di utenti, è importante rilevare le diverse abitudini degli utenti, i cui dati sono di solito utili per la monetizzazione e per aumentare i ricavi medi per utente.

C'è una grande discussione sulla guerra tecnologica tra Stati Uniti e Cina. Pensa che l'ecosistema europeo potrebbe inserirsi in questa corsa globale?
Questo potrebbe sicuramente andare a beneficio delle aziende europee. Infatti, per quanto ne so, alcuni unicorni cinesi di internet stanno già cercando di investire o acquistare aziende europee. Ma la loro conoscenza delle imprese tecnologiche europee è ancora limitata.

A proposito di startup, in Italia si sta facendo largo il paradigma dell’open innovation. Qual è il valore aggiunto che le startup di oggi possono fornire alle organizzazioni, anche grandi o piccole e medie imprese?
Le aziende hanno bisogno di innovazione per mantenersi competitive sul mercato e nel lungo periodo. Tuttavia, sarà impossibile per loro spendere troppo tempo e denaro per testare tutte le strade di sviluppo tecnologico e di sviluppo di prodotto allo stesso tempo. Le startup di solito hanno una struttura semplice ed è molto più facile per loro migliorare procedendo per tentativi ed errori, per cui l'investimento in startup è una buona opzione per mantenere le aziende aggiornate.
 

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