Esteri

Siria, vertice a tre su Idlib: "Annientare i terroristi dello Stato islamico"

(ansa)
I presidenti di Iran, Turchia e Russia riuniti nella capitale iraniana per un vertice sul destino della città siriana, ultima roccaforte dei ribelli. Erdogan isolato chiede il cessate il fuoco. Putin insiste sui raid
1 minuti di lettura
MOSCA. Poteva essere l'occasione per concordare un cessate il fuoco a Idlib, l'ultima roccaforte in mano a jihadisti e ribelli che si oppongono al regime di Bashar al-Assad. Il vertice trilaterale a Teheran sulla Siria tra il leader del Cremlino Vladimir Putin, il presidente iraniano Hassan Rouhani e il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan, invece, ha sottolineato ancora una volta le differenze all'interno di quest'alleanza di convenienza. 
 
Se la Turchia premeva per una soluzione diplomatica per scongiurare l'afflusso di migranti verso i suoi confini, Russia e Iran hanno sostenuto il proseguire dell'offensiva siriana lanciata martedì
 
La Turchia. Ankara, ha detto Erdogan, non è in grado di accogliere altri rifugiati dopo aver dato rifugio a oltre tre milioni e mezzo di siriani dall'inizio della guerra nel 2011. "Idlib - ha detto - non è importante solo per il futuro della Siria, è d'importanza per la nostra sicurezza nazionale e per il futuro della regione. Qualsiasi attacco a Idlib potrebbe provocare una catastrofe. Non vogliamo che Idlib si trasformi in un bagno di sangue".
 
La Russia e l'Iran. Per Putin un cessate il fuoco sarebbe stato senza senso perché non avrebbe coinvolto i gruppi terroristici: "Non posso essere io a garantire per i terroristi di Jabhat al-Nusra o dello Stato Islamico che smetteranno di sparare o di usare droni con le bombe", ha detto auspicando un "totale annientamento dei terroristi". Mentre per Rouhani la Siria deve riprendere il controllo di tutto il suo territorio e gli Stati Uniti dovrebbero abbandonare il Paese.
 
Il comunicato. Bisogna eliminare lo Stato islamico, il Fronte di Al Nusra e gli altri gruppi legati ad Al Qaeda e definiti terroristici, sostiene il comunicato finale che invita l'Onu e la comunità internazionale a mandare aiuti umanitari in Siria e a partecipare alla ricostruzione delle infrastrutture dopo sette anni di conflitto che hanno provocato la morte di oltre mezzo milione di persone e costretto oltre 11 milioni ad abbandonare le proprie abitazioni. Sforzi, prosegue il comunicato, devono essere fatti per garantire il ritorno sicuro dei rifugiati.