Esteri

Yemen, per il "Programma alimentare mondiale" è la crisi peggiore del pianeta

L'emergenza globale è alle porte, con 18 milioni di persone senza cibo. Il direttore dell'organismo: "Non vedo nessuna luce in fondo al tunnel"

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NEW YORK – Nello Yemen sta divampando quella che senza dubbio è la peggior crisi umanitaria del pianeta: l’allarme viene dal Programma alimentare mondiale (Wfp) per bocca del suo direttore esecutivo, David Beasley. “Non vedo nessuna luce in fondo al tunnel”, ha detto l’alto funzionario alla stampa, a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Potrebbe esserci una carestia nelle zone remote dello Yemen, dove gli uomini dell’Onu non riescono ad arrivare: il Paese, dice il Wfp, è sull’orlo di un’emergenza globale, con 18 milioni di persone (su un totale di 29 milioni) con problemi di insicurezza alimentare, e 8,4 milioni sono già alla fame.

La situazione, già difficile per la guerra civile, è peggiorata dopo l’intervento della coalizione a guida saudita, nel 2015. L’economia yemenita è in serie difficoltà, e la moneta locale, il riyal, è precipitato svalutandosi del 180 per cento, mentre i prezzi dei prodotti alimentari aumentavano del 35 per cento negli ultimi 12 mesi.

L’accesso degli aiuti umanitari, come quello della stampa, è estremamente difficoltoso. Nelle zone controllate dalla coalizione gli aiuti stanno arrivando, mentre in quelle controllate dai ribelli sciiti Houthi l’accesso resta complicatissimo. Secondo testimonianze raccolte dall’Associated Press, in certe zone la popolazione alla fame cerca di trovare nutrimento mangiando foglie di piante selvatiche, perché la distribuzione degli aiuti è manipolata dalle autorità locali. Le maggiori difficoltà, quanto meno per le zone di cui ci sono informazioni, si registrano nella città di Hodeidah, il cui porto raccoglie gran parte degli aiuti ma attorno alla quale i combattimenti sono particolarmente intensi.