LONDRA. Ci voleva la musica degli Abba per risvegliare Theresa May. La premier britannica entra nell'aula del congresso del partito conservatore al ritmo di Dancing queen degli Abba, ancheggia, accenna un passo di danza, poi un altro: e viene giù letteralmente la platea. Non perché la leader dei Tories sia una ballerina provetta: al contrario, è pessima. Ma il suo ballo è un'allusione alle critiche che lei stessa ha ricevuto durante il recente viaggio in Africa, quando non perse occasione di danzare con i nativi andati in costume tribale ad accoglierla, anche allora non brillando particolarmente per le sue doti di danzatrice. Insomma, ha dimostrato autoironia, che per gli inglesi è una cosa molto importante, e da quel momento il suo intervento è filato via liscio come olio.
Non solo per la sostanza: gli attacchi a Jeremy Corbyn, accusato di avere trasformato il Labour in un partito anti-britannico e di volere fare la stessa cosa con il Regno unito se diventasse primo ministro; la difesa del suo piano per la Brexit, presentato come una ragionevole via di mezzo per mantenere buoni rapporti con la Ue senza compromettere l'unità nazionale in Irlanda del Nord; e una battuta riuscita sul suo avversario interno Boris Johnson, che notoriamente si lasciò scappare un "fuck business", mandando a quel paese la Confindustria contraria alla Brexit. E May evoca "una parolina di quattro lettere, con una vocale, che finisce per K", affermando poi con voce roboante: "Back business", appoggiamo il business, un modo per sottolineare la differenza tra lei e BoJo.
Ma è andato tutto bene anche e soprattutto dal punto di vista della forma, che in queste cose è importante: nessun incidente, diversamente dallo scorso anno, quando fu interrotta da un intruso e dalla propria tosse (ha un po' tossicchiato anche stavolta, ma senza perdere la voce), una prestazione convincente. "E' sembrata, una volta tanto, una persona vera, genuina e autentica, come non sempre si fa vedere", commenta un delegato al congresso. Forse non basterà a salvare lei e la Brexit. Ma Theresa May, ribattezzata "Dancing queen", potrebbe continuare a ballare ancora per un po' a Downing street.
GB, Theresa May ''dancing Queen'': la premier sale sul palco al ritmo degli Abba
Non solo per la sostanza: gli attacchi a Jeremy Corbyn, accusato di avere trasformato il Labour in un partito anti-britannico e di volere fare la stessa cosa con il Regno unito se diventasse primo ministro; la difesa del suo piano per la Brexit, presentato come una ragionevole via di mezzo per mantenere buoni rapporti con la Ue senza compromettere l'unità nazionale in Irlanda del Nord; e una battuta riuscita sul suo avversario interno Boris Johnson, che notoriamente si lasciò scappare un "fuck business", mandando a quel paese la Confindustria contraria alla Brexit. E May evoca "una parolina di quattro lettere, con una vocale, che finisce per K", affermando poi con voce roboante: "Back business", appoggiamo il business, un modo per sottolineare la differenza tra lei e BoJo.