Khashoggi, le prove dell'intelligence Usa contro l'Arabia Saudita: "Fu MBS a ordinare la cattura"

Khashoggi, le prove dell'intelligence Usa contro l'Arabia Saudita: "Fu MBS a ordinare la cattura"
Jamal Khashoggi, il giornalista saudita sarebbe stato ucciso nel consolato di Istanbul (ap)

Il Washington Post, di cui il giornalista scomparso era collaboratore, rivela l'esistenza di intercettazioni in cui funzionari sauditi discutevano un piano. Senatori americani chiedono l'apertura di un'inchiesta per sanzioni a Riad

WASHINGTON - "Funzionari vicini all'erede al trono saudita, Mohammed bin Salman", negli ultimi quattro mesi offrirono al giornalista saudita Jamal Khashoggi "protezione e anche un lavoro di alto livello per conto del governo se fosse tornato" in patria. Lo scrive il 'Washington Post', citando alcuni amici del suo editorialista, voce critica nei confronti di Mbs, scomparso la scorsa settimana al consolato saudita a Istanbul e, secondo le autorità turche, ucciso da un commando di 15 persone arrivato appositamente da Riad.

L'intelligence Usa, sostiene il quotidiano, intercettò comunicazioni tra funzionari sauditi che discutevano di un piano per catturare Khashoggi. "L'erede al trono dell'Arabia Saudita, Mohammed bin Salman - si legge - ordinò un'operazione per attirare l'editorialista del Washington Post Jamal Khashoggi in Arabia Saudita dalla sua casa in Virginia e poi arrestarlo".

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Secondo il 'Washington Post', le intercettazioni sono "un'altra prova" che dimostra come "il regime saudita sia implicato nella scomparsa di Khashoggi". Il giornalista, tuttavia, era scettico riguardo l'offerta che gli era stata recapitata dai funzionari vicini a Mbs, l'acronimo con il quale l'erede al trono è conosciuto nel mondo occidentale. Khashoggi, riporta il quotidiano Usa, confidò ad un amico che il governo saudita non avrebbe mai tenuto fede alla promessa di non fargli del male. "Disse: 'Stai scherzando? Non mi fido di loro neanche un po' ", ha affermato l'attivista politico Khaled Saffuri, raccontando una conversazione avuta con Khashoggi a maggio, pochi istanti dopo che l'editorialista del 'Washington Post' aveva ricevuto una telefonata da Saud al-Qahtani, un consigliere della corte reale saudita.

Turchia, le ultime immagini del giornalista saudita ucciso nel consolato di Istanbul

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Le notizie di intelligence che "indicano un piano per arrestare Khashoggi in Arabia Saudita hanno alimentato le speculazioni delle autorità e degli analisti in molti Paesi sul fatto che ciò che è accaduto al consolato fosse un piano B per catturare Khashoggi che potrebbe essere andato storto", prosegue il giornale.

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Il caso sta mettendo in seria difficoltà l'amministrazione Trump, stretta alleata dell'Arabia Saudita. Ventidue senatori americani hanno scritto al presidente chiedendo che venga applicato a questo caso il Global Magnitsky Human Rights Accountability Act, la legge che prevede l'apertura di un'inchiesta per determinare se debbano o meno essere applicate sanzioni a un paese straniero sospettato di "omicidi extragiudiziali, torture o altre gravi violazioni di diritti umani internazionalmente riconosciuti, ai danni di individui che esercitino la libertà di espressione". Sia il presidente Donald Trump, che il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, che il segretario di Stato Mike Pompeo - ma soprattutto il genero di Trump Jared Kushner - potente consigliere sul Medio Oriente e vero artefice dell'asse con Riad - hanno parlato in queste ore personalmente con il principe saudita Mohammed bin Salman.
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