Esteri

Pakistan, cancellata la condanna a morte per Asia Bibi. Islamisti in piazza: "Morte ai giudici"

 La Corte suprema ha assolto la contadina cristiana accusata di blasfemia. Il giudice: "La tolleranza è la base dell'islam". La donna presto tornerà libera e potrebbe essere trasferita in Canada. Ma i fondamentalisti manifestano contro la sentenza. La famiglia: "Abbiamo paura". 

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Islamabad - La Corte Suprema del Pakistan ha assolto in appello la cristiana Asia Bibi, condannata a morte per blasfemia nel 2010, con l'accusa di aver offeso il profeta Maometto. "La pena di morte viene annullata. Asia Bibi è assolta da tutte le accuse", ha detto il giudice Saqib Nisar leggendo il verdetto della Corte emesso mercoledì. Nisar, ora minacciato di morte dagli islamisti, ha citato il Corano nella sua sentenza, scrivendo: "La tolleranza è il principio fondamentale dell'Islam" e notando che la religione condanna l'ingiustizia e l'oppressione.






Bibi, madre di quattro figli, fu denunciata nel 2009 da una donna che l'accusò di aver insultato l'Islam durante una discussione nel Punjab, nell'est del Paese. Una presunta "blasfemia", una frase buttata lì durante un battibecco con altre lavoratrici stagionali di un frutteto che l'avevano umiliata per aver bevuto un bicchiere dal pozzo a lei proibito, in quanto "infedele cristiana" e quindi "impura".




Il processo e la gioia dei familiari 

Lei, secondo le testimonianze dell'accusa, si sarebbe difesa appellandosi alla sua fede: "Credo nella mia religione e in Gesù Cristo, morto sulla croce per i peccati dell'umanità. Cosa ha mai fatto il vostro profeta Maometto per salvare l'umanità?".

Nel 2010 venne condannata a morte per blasfemia, perse il ricorso dinanzi alla Corte di Lahore, capitale del Punjab, nel 2014, ma nel 2015 la Corte suprema decise fermare l'esecuzione dopo aver accettato di studiare il suo fascicolo.

Ora l'assoluzione, che arriva perchè "ci sono contraddizioni nelle testimonianze". "Non vedo l’ora di riabbracciare mia madre. Finalmente le nostre preghiere sono state ascoltate!", ha detto Eisham Ashiq, la figlia minore di Asia Bibi, all'associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre dopo l'assoluzione della madre.

"E' la notizia più bella che potessimo ricevere", ha dichiarato il marito di Asia, Ashiq Masih, "è stato difficilissimo in questi anni stare lontano da mia moglie e saperla in quelle terribili condizioni. Ora finalmente la nostra famiglia si riunirà, anche se purtroppo dubito che potremo rimanere in Pakistan".

Sin dall’udienza dell’8 ottobre scorso, infatti, i fondamentalisti hanno messo in atto manifestazioni e campagne attraverso i social, contro l’assoluzione della "maledetta" Asia, invocandone l’impiccagione e minacciando di morti i giudici e chiunque l’avesse difesa.



La reazione degli islamisti 

La sentenza potrebbe ora di nuovo far salire la tensione: il partito politico radicale Tehreek-e-Pakistan Labbaik (Tlp) aveva già minacciato "conseguenze pericolose" se i giudici avessero dichiarato innocente Asia Bisi. Numerosi sostenitori del Tlp sono scesi in strada in diverse zone del Pakistan per protestare contro la decisione della Corte suprema. 

I vertici del Tlp hanno invocato la morte per il presidente della Corte Suprema, Saqib Nisar, e per gli altri due giudici che hanno emesso la sentenza: Asif Saeed Khosa e Mazhar Alam Khan Miankhel. Il Tlp ha chiesto anche le dimissioni del primo ministro Imran Khan.

Il leader del partito estremista, Khadim Hussain Rizvi, si è rivolto ai suoi sostenitori perchè scendessero in piazza in tutte le maggiori città del Paese. Centinaia di fedeli del Tlp hanno bloccato la strada principale che collega Rawalpindi alla capitale, Islamabad. Scene simili si sono registrate a Karachi, Peshawar e numerose altre città. 



La famiglia: "Ora abbiamo paura"


"Abbiamo molta paura di quanto potrà succedere. In questo paese ci sono molti fondamentalisti", ha dichiarato ad ACS Saif ul-Malook, a capo del collegio difensivo di Asia. A Malook non è stato permesso di informare personalmente la sua assistita.

Come spiega l’avvocato ci vorranno alcuni giorni prima che la donna venga liberata. "Il verdetto deve essere consegnato all’Alta Corte di Lahore e poi alla prigione di Multan".

Secondo fonti di Repubblica, un volta scarcerata potrebbe essere trasferita in Canada, che le ha offerto protezione. A rischio non c'è solo Asia ma tutta la sua famiglia e chi le ha offerto protezione. "Io e la mia famiglia siamo in grave rischio", dice Maloof, "specie perché per i fondamentalisti io sono un musulmano che difende una cristiana che ha commesso blasfemia».

Le autorità pachistane hanno intensificato la sicurezza in tutto il Paese, soprattutto nelle aree dove vivono i cristiani e le altre minoranze. Si temono massacri anticristiani come quelli avvenuti a Gojra nel 2009 e a Joseph Colony nel 2013. "La situazione è tesa", afferma l’avvocato, "ma oggi ringraziamo Dio per questo momento storico in cui Asia Bibi, dopo 9 anni e mezzo, ha finalmente avuto giustizia".


Le persecuzioni contro le minoranze 

In Pakistan il caso è diventato un pretesto per azioni violente di gruppi e partiti islamisti ed è stato all'origine di almeno due omicidi. Nel 2011 l'ex governatore del Punjab, Salman Taseer, fu ucciso per aver difeso pubblicamente la causa di Bibi da una delle sue guardie del corpo, Mumtaz Qadri, che, a sua volta, fu giustiziato nel 2016 e sepolto in seguito come un eroe.

Nello stesso anno un ministro cristiano delle Minoranze, Shahbaz Bhatti, che da tenpo si batteva per difendere i diritti dei cristiani pachistani, venne ucciso sulla soglia di casa per aver difeso Bibi e per aver chiesto di impugnare la legislazione contro la blasfemia.

Il Pakistan infatti ha una delle leggi sulla blasfemia più dure del mondo: nata per proteggere l’Islam, la religione di Stato, per le ong è stata usata per perseguitare le minoranze religiose. Dal 1990 62 persone sono state uccise in seguito ad accuse di blasfemia, secondo l’Economist. La cristiana Bibi è la più famosa fra i condannati a morte per blasfemia. Si è sempre detta innocente. Oggi l'assoluzione.