Esteri

Torna la violenza a Gaza: tre palestinesi morti e sette israeliani feriti

Tensione altissima dopo l'operazione dell’esercito in cui sono rimasti uccisi un ufficiale israeliano e sette miliziani di Hamas: Netanyahu interrompe la visita a Parigi

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ISTANBUL - E' stato di massima  allerta al confine fra Gaza e Israele: la situazione è precipitata dopo un'incursione delle forze speciali israeliane nella Striscia, domenica notte, seguita da un bombardamento israeliano per proteggere la ritirata dei militari e dal conseguente lancio di razzi da parte di Hamas verso il territorio israeliano. Il bilancio delle violenze è alto: sette palestinesi e un israeliano morti nell'incursione. Tre palestinesi uccisi e sette israeliani feriti nell'escalation successiva. 
Secondo gli israeliani, più di 200 missili da Gaza sono atterrati nel Sud del Paese nelle ultime ore, ferendo appunto sette persone: il premier Benjamyin Netanyahu ha riunito il governo per una seduta di emergenza. Israele da parte sua ha lanciato attacchi aerei su tutta la Striscia: i morti, secondo i medici palestinesi, sono tre.

A far partire la nuova escalation il duro scontro a fuoco avvenuto domenica a Khan Yunis, nel sud di Gaza, che ha visto opposti una unità speciale israeliana che stava svolgendo nella Striscia un’operazione segreta e una pattuglia di Hamas: 7 miliziani palestinesi sono rimasti uccisi, e un ufficiale israeliano. Il blitz dell’esercito si è risolto con la morte di Nour Barake, capo delle Brigate palestinesi nella zona, numero due di Ezzedim Al Qassam, ritenuto responsabile dello scavo dei tunnel per togliere la Striscia dall’isolamento e del continuo lancio di razzi sull’area oltre la barriera.
Un blitz studiato nei minimi particolari: l’auto usata per l’operazione era penetrata nella zona della Striscia per circa 3 chilometri. Alcuni soldati, riferiscono fonti palestinesi, erano travestiti da donne, mentre altri da residenti locali. Quando però gli israeliani sono stati scoperti ed è partito lo scontro a fuoco, l’auto ha chiamato i caccia che hanno cominciato a bombardare.

Il portavoce militare israeliano ha dichiarato che l’operazione nella Striscia non è stata né un tentativo di sequestro né un'esecuzione mirata. Per il capo di stato dell'esercito, Gadi Eisenkot, si è trattato di "un'azione importante per la sicurezza di Israele".

Netanyahu, che l’altro giorno aveva difeso la sua autorizzazione all'ingresso a Gaza di fondi dal Qatar nonostante le critiche ricevute all’interno del suo governo, ha interrotto la sua visita ufficiale a Parigi per rientrare in Israele.

Anche a Gerusalemme, alla vigilia del ballottaggio per la carica di sindaco della Città santa, c’è un'atmosfera di tensione e forte radicalizzazione politica. Il capo del partito ortodosso Shas, Arye Deri, anche da ministro degli Interni, ha detto che "Satana mobilita le proprie legioni" a favore della elezione del candidato laico Ofer Berkovitz e a detrimento del suo rivale Moshe Lion, che gode invece del sostegno di una parte degli ambienti rabbinici della capitale.

Netanyahu finora non ha voluto esprimersi a favore di uno o dell’altro degli sfidanti. In passato Lion è stato per alcuni anni un suo stretto collaboratore. Ma il voto sarà molto indicativo: nel primo turno, sia a Tel Aviv sia a Haifa i candidati laburisti hanno ottenuto una vittoria netta e ora il Labour chiede un cambiamento politico per il Paese.