Esteri

Libia: conferenza a Palermo: Haftar arriva e incontra Conte. Il premier: "No miracoli o scorciatoie"

Il premier italiano Giuseppe Conte con il generale
Khalifa Haftar (lapresse)
Durante la notte un nuovo incontro fra il presidente del Consiglio italiano e il generale della Cirenaica: "Il compromesso è l'arte della leadership, e i compromessi si fanno con gli avversari, non con gli amici", ha detto il capo del governo citando Nelson Mandela, nel bilaterale. In mattinata una serie di incontri, no unico vertice
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PALERMO –  Il generale Khalifa Haftar è arrivato a Villa Igiea, accolto dal premier Giuseppe Conte. Calorosa stretta di mano tra il presidente del Consiglio e il generale, in abiti civili. Conte e Haftar hanno parlato, prima da soli, poi con l'aiuto di un interprete e il generale ha poi lasciato il luogo che ospita il vertice sulla Libia.

"Il compromesso è l'arte della leadership, e i compromessi si fanno con gli avversari, non con gli amici", ha detto il premier Conte, citando Nelson Mandela, nel bilaterale avuto stasera a Palermo con il generale libico Haftar. "Un compromesso per il bene del popolo", ha sottolineato Conte, cui Haftar ha dato ragione. L'uomo forte di Tobruk ha detto di considerare Conte un amico del quale si fida molto e che la conferenza è un'ottima occasione per la Libia.

Conferenza Libia, il generale Haftar arriva a Villa Igiea: stretta di mano con Conte

In serata, il presidente del Consiglio ha avuto un bilaterale con  l'inviato Onu Ghassem Salamè per mettere a punto l'agenda da seguire e concordare i punti su cui lavorare. "Chiedo a tutti, pur nel rispetto delle posizioni di ciascuno, di vivere questa conferenza con uno spirito costruttivo, con il desiderio di lavorare per il bene della Libia e del suo straordinario popolo", aveva detto Conte aprendo la cena ufficiale. Il percorso verso la stabilità della Libia, aveva concluso, "è complesso e non prevede scorciatoie o soluzioni miracolistiche".


Alla conferenza il presidente del Consiglio aveva fatto sapere di avere invitato Donald Trump e Vladimir Putin, e la data del 12 novembre era stata scelta anche perché proprio ieri i due leader assieme a molti altri erano stati a Parigi per il centenario della fine della Prima guerra mondiale. Putin e Trump non ci sono, ma il presidente russo ha inviato il suo primo ministro Dmitrij Medvedev.

Oltre al risultato finale del vertice, la sfida dell'Italia sarà quella di mantenere iniziativa politica di fronte a uno scontro che in campo libico si fa sempre più serio: la possibile crescita del ruolo dei Fratelli musulmani a Tripoli, una tendenza che vedrà schierati in maniera decisamente ostile non solo Haftar ma soprattutto i suoi principali alleati arabi, Egitto, Emirati e Arabia Saudita.


In mattinata una serie di incontri, no unico vertice

Martedì mattina alle 8.30 Conte presiederà un vertice con il presidente egiziano, il presidente del Governo di accordo nazionale libico, Fayez al Serraj, il maresciallo Haftar, il premier russo Medvedev, il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, il presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, il premier algerino, Ahmed Ouyahia, il rappresentante speciale dell'Onu in Libia, Ghassan Salamè e il presidente del Consiglio europeo, Tusk.

Palermo, uno striscione per Regeni apre il corteo contro il summit sulla Libia

Il presidente egiziano Al Sisi è al vertice, nella sua prima visita in Italia dopo l'omicidio del ricercatore italiano Giulio Regeni al Cairo poco meno di due anni fa. A Palermo ci sono anche il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk e l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione, Federica Mogherini: in tutto 38 delegazioni.